Alastor 1 - Trullion Alastor 2262 by Vance Jack

Alastor 1 - Trullion Alastor 2262 by Vance Jack

autore:Vance, Jack [Vance, Jack]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


CAPITOLO DODICESIMO

Quando Glinnes arrivò a casa la mattina dopo, sul tardi, trovò una barca legata al suo pontile. Sulla veranda non c'era nessuno, e la casa era deserta. Uscì a guardarsi intorno, e vide tre uomini che attraversavano il prato: Glay, Akadie e Junius Farfan. Tutti e tre indossavano lindi abiti neri e grigi, l'uniforme della Fanscherata. Glay e Farfan discutevano concitati; Akadie camminava un po' in disparte.

Glinnes andò loro incontro. Akadie inalberò un sorriso vagamente intimidito, di fronte al suo sbalordimento sprezzante. «Non avrei mai pensato che ti immischiassi in questa roba» sbuffò Glinnes.

«Bisogna muoversi con i tempi» disse Akadie. «Davvero, trovo divertenti questi abiti.» Glay gli lanciò un'occhiata fredda, Junius Farfan si limitò a ridere.

Glinnes indicò la veranda con la mano. «Accomodatevi. Bevete un po' di vino?»

Farfan e Akadie accettarono un calice di vino; Glay rifiutò seccamente. Seguì Glinnes nella casa dove aveva trascorso l'infanzia e guardò la stanza con gli occhi di un estraneo. Poi si girò e precedette Glinnes sulla veranda.

«Ho una proposta da farti» disse. «Tu vuoi l'Isola Ambal.» E fissò Junius Farfan, che depose una busta sul tavolo. «Avrai l'Isola Ambal. Qui c'è il danaro per estromettere Casagave.»

Glinnes fece per prendere la busta, ma Glay la spinse via. «Calma. Quando Ambal sarà di nuovo tua proprietà, potrai andarci a vivere, se vorrai. E io avrò l'uso di Rabendary.»

Glinnes lo guardò sbigottito. «Adesso vuoi Rabendary! Ma perché non possiamo vivere qui da buoni fratelli, e lavorare insieme la terra?»

Glay scosse il capo. «Se tu non cambierai mentalità, ci saranno sempre dissensi. Non ho energie da sprecare. Tu prenditi Ambal: io prenderò Rabendary.»

«Questa è la proposta più straordinaria che abbia mai sentito» disse Glinnes, «dato che tutte e due le isole appartengono a me.»

Glay scrollò di nuovo il capo. «No, se Shira è vivo.»

«Shira è morto.» Glinnes andò al suo nascondiglio, dissotterrò il vaso e ne tolse la catenella d'oro, che portò sulla veranda. La buttò sul tavolo. «Te la ricordi? L'ho presa ai tuoi amici Drosset. Hanno ucciso e derubato Shira e l'hanno gettato ai merling.»

Glay diede un'occhiata alla catenella. «Lo hanno ammesso?»

«No.»

«Puoi provare di averlo preso ai Drosset?»

«Te l'ho appena detto.»

«Non è sufficiente» disse asciutto Glay.

Glinnes girò lentamente la testa e guardò in faccia il fratello. Si alzò, adagio. Glay rimase seduto, rigido come un palo d'acciaio. Akadie disse, precipitosamente: «La tua parola è sufficiente, certo, Glinnes. Siediti.»

«Glay può ritirare la sua affermazione e poi ritirarsi anche lui.»

Akadie disse: «Glay intendeva soltanto che dal punto di vista legale la tua parola non basta. Ho ragione, Glay?»

«Sì, sì» fece quello in tono annoiato. «Per quanto mi riguarda, la tua parola è sufficiente. La proposta resta immutata.»

«Perché questa improvvisa smania di ritornare a Rabendary?» chiese Glinnes. «Hai intenzione di rinunciare alla tua festa in costume?»

«Al contrario. A Rabendary fonderemo una comunità Fanscher, un istituto di formulazioni dinamiche.»

«Per le stelle!» fece Glinnes. «Formulazioni. A che scopo?»

Junius Farfan disse, in tono sommesso: «Abbiamo intenzione di fondare un'accademia di realizzazione.»

Glinness scrutò Largo Ambal, riflettendo. «Ammetto di essere perplesso. L'Ammasso Alastor è vecchio di millenni: trilioni di uomini riempiono la Galassia.



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