Amatka by Karin Tidbeck

autore:Karin Tidbeck [Tidbeck, Karin]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Safarà Editore
pubblicato: 2018-09-24T21:00:00+00:00

LA TERZA SETTIMANA

Giornouno

Vanja si presentò all’ufficio della comune alle otto in punto della mattina del giornouno. Fu accolta dall’uomo allampanato della reception, che si presentò come Anders di Heddus. Le fece un riassunto dei suoi compiti. Non sembrava particolarmente felice della sua presenza. «Hai avuto questo lavoro perché era la posizione con più alta priorità per la quale tu fossi qualificata». Anders contrasse le labbra. «E dobbiamo seguire l’ordine delle priorità».

Il nuovo lavoro di Vanja consisteva nell’ordinare e archiviare moduli completati, relazioni e certificati. Ogni cambiamento nella vita di un cittadino implicava burocrazia: nascita, trasferimento alla casa dei bambini, trasferimento in un’abitazione, educazione, procreazione, lavoro, pensione, morte. Tutti i fatti relativi al lavoro dovevano essere a loro volta documentati. Assunzione, dimissioni, produzione, risultati, incidenti. L’infinito flusso di documenti veniva trasportato avanti e indietro dal centro di distribuzione della porta accanto. La posizione di corriere era molto ambita, riservata a giovani disciplinati e al meglio della loro forma fisica, esemplari modello di umanità che solitamente proseguivano occupando posizioni molto in vista all’ufficio della comune e nel comitato.

La maggior parte dei moduli si originava alla clinica, alle case dei bambini, alle celle dei funghi e nei dipartimenti all’interno dell’ufficio della comune. All’ufficio amministrativo questi venivano catalogati, contati e indicizzati, e le informazioni che contenevano incorporate nelle statistiche della colonia. Documenti di grande importanza, come certificati di nascita, venivano copiati su carta buona.

A mezzogiorno Anders mostrò a Vanja la mensa della comune, nel cui menu c’era pastinaca stufata e una varietà di agarico. Anders prese posto a un tavolo insieme a una donna e due uomini di qualche altro dipartimento dell’ufficio. Vanja si sedette accanto a lui, fu presentata agli altri e immediatamente dopo ignorata. Fu un sollievo poter mangiare senza dover fare convenevoli. Gli altri erano occupati a discutere l’imminente elezione del comitato: chi erano i candidati? Chi si era messo in ridicolo cercando di farsi eleggere? Chi sembrava una scelta promettente? Alla fine si scoprì che Anders stava pianificando di candidarsi. Vanja si chiese che cosa dicessero gli altri di lui quando era fuori dalla portata d’orecchio – che era un candidato adatto, oppure che era un imbecille.

Il pomeriggio Anders mise la scatola di documenti alla quale Vanja aveva lavorato quella mattina nelle sue mani e la condusse nel retro dell’ufficio, dove aprì una porta grigia. Vanja lo seguì lungo alcune rampe di scale e all’interno di una lunga stanza costeggiata da mobili d’archivio. L’unica interruzione nelle lunghe file era un’altra porta, contrassegnata unicamente con la scritta porta. I documenti riguardanti i cittadini erano immagazzinati negli scaffali sulla sinistra, i documenti relativi all’amministrazione delle colonie alla destra. Il compito di Vanja era quello di ordinare i moduli dei cittadini nelle corrispettive cartelle personali.

«Cosa c’è lì dentro?». Vanja indicò con il capo l’altra porta.

«L’archivio di sicurezza» replicò seccamente Anders.

«Cos’è?».

«Nulla che ti interessi». Estrasse un cassetto da uno dei mobili d’archivio generale. Era profondo quasi tre piedi.

Vanja premette le labbra e iniziò a ordinare i moduli nelle cartelle. Le cartelle personali erano tutte identiche: un certificato di nascita, un certificato di diploma, e via dicendo.

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