Appartenersi by Alberto Pellai & Barbara Tamborini

Appartenersi by Alberto Pellai & Barbara Tamborini

autore:Alberto Pellai & Barbara Tamborini [Pellai, Alberto & Tamborini, Barbara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-03-31T12:00:00+00:00


Il potere di credere comunque all’amore

Ilda viveva con la sua famiglia nella campagna albanese. Aveva quattro fratelli più grandi con i quali andava molto d’accordo. La madre e il padre lavoravano tutto il giorno e lei passava il suo tempo sempre appresso alla sorella di due anni più grande. La sua passione era arrampicarsi sugli alberi ed esplorare il bosco che si estendeva a perdita d’occhio nei pressi della sua casa. Ogni giorno era l’occasione per una nuova avventura, con la sua banda di amici aveva creato una vera e propria famiglia parallela dove gli adulti non comparivano mai sulla scena. L’unico vincolo era trovarsi a casa quando la mamma rientrava dal lavoro e aver svolto le faccende domestiche che erano state assegnate. Poi, quando Ilda aveva poco più di 6 anni, improvvisamente qualcosa cambiò. La caduta del regime comunista in Albania generò un disordine generale e i genitori decisero che era troppo pericoloso restare in quella zona isolata dove sempre più spesso giravano persone armate e i tafferugli erano all’ordine del giorno. La decisione presa ai piani alti dai genitori non era stata spiegata a Ilda, alla quale sarebbe toccata la sorte peggiore, almeno dal suo punto di vista. Mentre tutti sarebbero andati nella grande città per trovare casa e lavoro e progettare la ripartenza, lei sarebbe stata lasciata dagli zii che abitavano in un paese più grande e più sicuro, e che si erano resi disponibili a occuparsi di lei. Decenni dopo, Ilda ricorda in modo molto chiaro quel momento.

Mia mamma mi ha portato dagli zii e poi senza dire niente se n’è andata. Io non sapevo quanto sarebbe stata via. Credevo un giorno, al massimo due e invece sono rimasta lì per quasi tre mesi. Ogni mattina appena sveglia correvo fuori in cortile e mi arrampicavo sulla pianta che c’era lì. Mia zia mi urlava di scendere, ma io volevo stare lì per vedere se qualcuno stava arrivando a riprendermi. Non mangiavo e non volevo sentire ragioni e a un certo punto mia zia rientrava in casa sconfortata e mi lasciava lì ad aspettare per ore, finché sfinita rientravo a casa anch’io e, costretta dalla fame, mangiavo qualcosa. Chiedevo a tutti una spiegazione, ma nessuno si prendeva la briga di rispondermi. Forse non avevano risposte. Nessuno sapeva quanto tempo sarebbe servito alla mia famiglia per sistemarsi e tornare a prendermi. Ricordo di aver sentito forte il terrore che mi lasciassero lì per sempre. Quando mia mamma è tornata a prendermi, io mi sono aggrappata a lei. Ricordo che il viaggio verso la nuova casa è durato due giorni perché abbiamo fatto una sosta anche a casa di altri parenti. Io non mi sono allontanata un solo istante dalla mamma. Temevo che sparisse di nuovo. Che mi lasciasse da un’altra parte. E invece finalmente sono tornata a casa e la cosa più bella è stata addormentarmi nel letto con la mia adorata sorella che sentiva la mia stessa gioia. (Ilda)

La storia di Ilda ci racconta di un evento



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