Belladonna by Daša Drndić

Belladonna by Daša Drndić

autore:Daša Drndić [Drndić, Daša]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2022-06-14T22:00:00+00:00


Il caso di Rudolf Sass

Rudolf Sass, pruritus ani, prurito dell’ano, prurito del retto, Rudolf Sass si gratta costantemente. Per sette anni Rudolf Sass si gratta freneticamente. Finché non esce sangue. Rudolf Sass è un medico. Ha circa sessant’anni quando Andreas Ban ne ha quasi quaranta. Rudolf Sass vive una vita qualunque. Ha un matrimonio normale. Una figlia adulta. Ha una nipote e dei risparmi. Ha un bel viso, un po’ butterato, ma bello. È di alta statura, non ha la pancetta, non è grasso. Non è calvo. Ha fatto un ottimo lavoro con la sua vita.

Come Andreas Ban molti anni dopo, Rudolf Sass va a fare esami, rettoscopia ed ecografia, fa test in laboratorio, prova una moltitudine di terapie, di ogni tipo, rivaluta tutte le possibili cause e... non gli viene in mente niente. Sette anni a grattarsi l’ano son tanti. Rudolf Sass perde la concentrazione, diventa superficiale nel lavoro con i suoi pazienti, mangia poco, dorme male, afflitto da paure che si aggirano furtivamente attorno a lui come piccole bestie in attesa, Mi entreranno nella testa, dice Rudolf Sass, mi confonderanno il cervello, mi faranno impazzire. Come un gas velenoso quelle paure si diffondono nello spazio di Rudolf Sass, interno ed esterno. Potrei diventare aggressivo, potrei fare del male a mia moglie, a mia nipote, ai passanti. Non va bene, dice.

Rudolf Sass cade in depressione. Una depressione acuta, profonda. Rudolf Sass va dalla Svizzera (dove vive e lavora) dall’allora psicologo clinico Andreas Ban, impiegato all’ospedale universitario della città di Belgrado. Rendendosi conto della complessità del caso di Rudolf Sass, Andreas Ban lo manda da uno psichiatra, un amico di scuola, il dottor Adam Kaplan.

Il neuropsichiatra Adam Kaplan inizia allora un lungo processo di esplorazione della vita di Rudolf Sass in profondità. Adam Kaplan si infila sotto le palpebre di Rudolf Sass, rovista, investiga e mette sottosopra la sua vita, la sua infanzia, il suo passato, lontano e vicino. Si aprono paesaggi miracolosi, riemergono nebbia densa, paludi e pantani, ricordi amputati. Nel ripostiglio della sua anima Rudolf Sass ha, dunque, immagazzinato un’orda dormiente di fantasmi che ora, risvegliati, si muovono in una danza misteriosa e macabra che è per lui pietrificante.

Nel 1941, Rudolf Sass ha quattordici anni. Quasi da un giorno all’altro, il viso di Rudolf Sass diventa sensibile al freddo. Grandi rigonfiamenti, bitorzoli, appaiono sulle guance, sulla fronte, sul mento, attorno agli occhi, in particolare sulle labbra, deformando il viso di Rudolf Sass, rendendolo irriconoscibile. Questo disturbo si ripete ogni inverno finché non incontra lo psichiatra Adam Kaplan. Bisogna ammetterlo, negli anni il disturbo diventa più sopportabile (si attenua), perché Rudolf Sass si inventa piccoli trucchi per proteggersi dal freddo e dai conseguenti geloni. Ciononostante, Rudolf Sass continua a essere irritato, e in un certo senso anche perplesso, da questo inconveniente. Sono semplicemente allergico, ripete, tutto qua.

Non è tutto qua.

Così, Rudolf Sass ha quattordici anni, è domenica 2 febbraio 1941, la neve sta ghiacciando, il vento rende difficile camminare, e nella chiesa di Sveta Ana,



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