Blackout by Marc Elsberg

Blackout by Marc Elsberg

autore:Marc Elsberg
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788842920809
editore: Nord
pubblicato: 2013-01-01T05:00:00+00:00


Parigi

Laplante puntò la telecamera su James Turner, che si era piazzato davanti a un capannone industriale, e maledisse Shannon per averlo lasciato da solo con quel tizio. Dietro Turner emersero singole figure o gruppetti di persone che portavano fuori grossi pacchi dal buio di un enorme portone.

«Sono davanti al deposito centrale di un'importante catena di negozi di alimentari a sud di Parigi. Da quando sono state forzate le porte questa notte, le persone prendono ciò che trovano.» Laplante seguì Turner, che si diresse verso un gruppo di sciacalli e sbarrò loro la strada. Tra le braccia avevano sacchi di plastica di cui Laplante non riuscì a identificare il contenuto. «Che cosa avete lì?» domandò Turner.

«Non sono fatti suoi.» Un uomo lo spinse via.

Il giornalista ritrovò l'equilibrio e mantenne la calma. «Come si può vedere, le persone sono già nervose. Il sesto giorno del blackout, fatta eccezione per il breve e parziale ripristino della corrente il giorno 2, la popolazione parigina è ormai priva di ogni cosa. La notizia secondo cui una nube radioattiva potrebbe raggiungere la metropoli da Saint-Laurent ha demoralizzato ulteriormente la cittadinanza. Sentiamo qualche parere.» Non di nuovo, pensò Laplante. Turner gli fece segno di fermarsi. «Mettiamoci davanti all'entrata. Così posso raccogliere le reazioni a caldo.»

«Sei pazzo.»

«Chi è il giornalista qui? Tu o io?»

«Io sono il produttore, e trovo che tutto questo non abbia senso», ribatté Laplante, troppo stanco per litigare.

«Maledizione! Se il mondo va alla malora, noi daremo la notizia in tempo reale!»

«Nessuno potrà vederci», mormorò Laplante.

«Mezzo mondo sì! Se uno stronzo toglie la corrente all'Europa e agli USA, resta sempre qualche miliardo di persone! Solo perché tu col tuo cervello di gallina…»

Laplante smise di ascoltare. Da quand'erano arrivate le notizie dagli Stati Uniti, Turner aveva completamente perso la bussola. Fino ad allora aveva cantato le lodi dell'apparente superiorità tecnologica della sua patria. Alla vergogna del blackout nel suo Paese si aggiungeva ora la preoccupazione per i suoi parenti, in particolare per i suoi genitori, che lo faceva ammattire anche se non l'avrebbe mai ammesso.

«Possiamo?» chiese il giornalista, tornando calmo.

«D'accordo.»

Turner staccò dalla cintura del cappotto l'apparecchio che si portava dietro da quand'era stato a Saint-Laurent. «Ecco il nostro immancabile misuratore. Con questo dosimetro posso determinare l'attuale inquinamento da radiazioni.» Lo sollevò. «Si tratta di un piccolo strumento digitale, non uno dei cosi sferraglianti che si vedono nei film. Tuttavia, è regolato in modo da emettere un segnale d'allarme al raggiungimento di quantità critiche o pericolose…» Fu interrotto da un fischio acuto. Confuso, guardò l'apparecchio prima di rendersi conto che per leggere il display avrebbe dovuto abbassarlo all'altezza degli occhi.

Laplante zoomò sul suo viso, su cui comparvero prima sconcerto, poi incredulità e infine orrore.

«Sono…» Turner allungò ancora il misuratore nell'aria, girandolo da una parte e dall'altra, spostandosi di qualche passo. Laplante seguì i suoi movimenti. Sullo sfondo comparvero altri sciacalli.

Il giornalista tenne l'apparecchio davanti all'obiettivo. «0,2 microsievert l'ora! Il doppio della dose ritenuta innocua! La nube ha raggiunto Parigi.»

Per poco Laplante non fece cadere la telecamera a causa delle vertigini.



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