Brodkey Harold - 1988 - Storie in modo quasi classico by Brodkey Harold

Brodkey Harold - 1988 - Storie in modo quasi classico by Brodkey Harold

autore:Brodkey Harold
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 9788804351672
editore: Modnadori
pubblicato: 1990-12-31T23:00:00+00:00


V

Per molto tempo dopo l’analisi, Ann pensò che l’onestà equivalesse alla capacità di ammettere la straordinaria importanza dell’educazione sfinterica nella formazione del carattere. Di sé pensava che aveva un “rapporto” con Fennie e dei “rapporti” – necessariamente “ambivalenti“ – con le sue figlie. Si diceva: ”Io le cose le risolvo pensandoci sopra“. Ann non trovava che l’analisi l’avesse addestrata per la vita: era stata un tunnel per uscire dalle ombre e immergersi nel qui e adesso. Divenne energica. Prese a imitare una donna di Filadelfia che partecipava come lei a tre comitati di beneficenza e aveva un modo tutto suo di imporre la sua volontà. “Ehi, ehi, questo sì!” diceva con forza la donna. Ann adottò quell’espressione: “Ehi, ehi, ehi!” gridava.

Evitava l’intimità mentale con chiunque. Si annoiava, e finiva con l’irritarsi, per poi andare su tutte le furie se Fennie parlava troppo delle sue idee o dei suoi punti di vista. Non le piaceva dilungarsi sulle idee; lei e Fennie erano anticonformisti e liberali.

Lei, che raramente si era concessa dei pettegolezzi da giovane, adesso spettegolava. Le piaceva solo parlare della gente. Gli aneddoti la deliziavano. Voleva che le sue figlie fossero “libere di svilupparsi, in modo sano“ e cercava di non investire troppo su di loro.

Fennie curava il giardino e giocava a bridge due volte la settimana con gli uomini del Dipartimento. Ann partecipava a spedizioni di bird–watch -ing. “Ann è una saetta con i piumati” diceva Fennie. Più invecchiava, più parlava come uno della Ivy League, e non era mai chiaro fino a dove si spingeva la sua ironia. “Quando si tratta di delphinium, Fennie ha proprio il pollice verde“ diceva Ann. Non aveva perso il suo accento del Midwest; la gente ci metteva un po’ a capire che anche lei era ironica.

Fennie non parlava mai d’amore. Ann diceva: “Noi non siamo come quelli che hanno fatto l’analisi e non parlano d’altro“. Diceva: “Fennie e io soddisfiamo i nostri reciproci bisogni”.

Nutriva delle ambizioni sul conto di Fennie. Si adoperò per migliorare i suoi interessi e gli interessi della famiglia. Si valse della sua semplicità: la gente si fidava di lei. Parlava seccamente delle “battaglie della vita – di sete di sangue”. Era una donna arida, questa era l’opinione che aveva di sé. Non sognava a occhi aperti.

Se c’era una cosa che lei e Fennie facevano costantemente era paragonare se stessi e il loro modo di vivere a quello delle altre coppie; passavano buona parte del tempo a convincersi che erano loro il termine migliore di ogni paragone. “Sono felice quanto può esserlo una donna“ diceva Ann.

Arrivata a quarantacinque anni, Ann incominciò a non star bene, ad arrabbiarsi, a sentirsi soffocata. “Sono stata una schiava per tutta la vita“ diceva. “Sono le donne le vere classi inferiori” proclamava.

Consultò un ginecologo. Ann si aspettava di fare il suo ingresso nella vecchiaia senza difficoltà grazie all’operazione che aveva subito prima della guerra, ma il ginecologo le disse che si era sbagliata. “Vuol dire che debbo sciropparmi tutta quella tiritera?” chiese Ann furiosa.

Fennie disse alle figlie di andar caute con Ann: “Vostra madre non è in sé“.



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