Il diamante grande come il Ritz by Francis Scott Fitzgerald

Il diamante grande come il Ritz by Francis Scott Fitzgerald

autore:Francis Scott Fitzgerald [Scott Fitzgerald,F.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-04-11T00:00:00+00:00


IX

Alle otto di mattina, il Childs’ di 59th Street differisce dagli altri locali della stessa catena non per la larghezza dei tavolini di marmo o per quanto sono lustre le padelle. È possibile vedere anche qui una folla di povera gente con il sonno agli angoli degli occhi che si sforza di guardare dritto nel piatto in modo da non vedere gli altri poveri. Ma quattro ore prima il Childs’, quello in 59th Street, è molto diverso da qualsiasi altro Childs’ da Portland nell’Oregon a Portland nel Maine. Tra i suoi muri chiari ma igienici si trova un assortimento di ballerine di varietà, studenti universitari, debuttanti, libertini, filles de joie – una miscela non poco rappresentativa dei frequentatori più allegri di Broadway e perfino di Fifth Avenue.

Il 2 maggio, al mattino presto, il locale era insolitamente pieno. Sui ripiani di marmo dei tavolini erano chini i volti eccitati di ragazze con i capelli alla garçonne, i cui padri possedevano paesi interi. Mangiavano dolci di grano saraceno e uova strapazzate con gran gusto, un’impresa per loro impossibile da replicare nello stesso posto solo quattro ore dopo.

Erano state tutte al ballo della Gamma Psi al Delmonico’s, a eccezione di alcune ballerine di una compagnia di rivista sedute a un tavolo di servizio che rimpiangevano di non essersi struccate un po’ di più dopo lo spettacolo di mezzanotte. Qua e là una figura spenta che ricordava un topolino, disperatamente fuori posto, guardava quelle farfalle con stanca, perplessa curiosità. L’eccezione, però, era la figura spenta. La mattina dopo May Day le celebrazioni erano ancora nell’aria.

Gus Rose, sobrio ma un po’ intontito, era una di quelle figure spente. Come fosse arrivato, dopo i tumulti, da 44th Street a 59th Street era solo un mezzo ricordo confuso. Aveva visto caricare e portar via su un’ambulanza il corpo di Carrol Key e poi si era incamminato verso uptown con altri due o tre soldati. A un certo punto tra 44th Street e 59th Street gli altri avevano incontrato delle donne ed erano spariti. Rose si era avventurato fino a Columbus Circle e aveva scelto le luci splendenti di Childs’ per placare la sua voglia esagerata di caffè e donut. Era entrato e si era seduto.

Tutt’intorno a lui fluttuava un chiacchiericcio gaio, incoerente, e si sentivano risate stridule. Dapprima non riuscì a capire, ma dopo cinque minuti di perplessità si rese conto che dovevano essere gli strascichi di una bella festa. Qua e là un giovane inquieto e ilare vagava di tavolo in tavolo con tono fraterno e familiare, stringendo mani in modo indiscriminato e fermandosi di tanto in tanto per due chiacchiere facete, mentre camerieri agitati, reggendo ben in alto dolci e uova, imprecavano in silenzio e cercavano di toglierselo dai piedi. Per Rose, seduto al tavolo meno affollato e che dava meno nell’occhio, l’intera scena era un variopinto circo di bellezza e sfrenato piacere.

A poco a poco, dopo qualche istante, si rese conto che la coppia seduta in diagonale di fronte a lui, con le spalle alla folla, non era la coppia meno interessante del locale.



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