Buoni a nulla by Matteo De Giuli

Buoni a nulla by Matteo De Giuli

autore:Matteo De Giuli [De Giuli, Matteo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2022-11-24T12:00:00+00:00


Chiedere a una ragazza di uscire era faticoso. Innamorarsi era faticoso. Certo era inevitabile. Come beccarsi una brutta influenza, prima o poi capitava. Aspettavamo che passasse. Quando le storie finivano invece soffrivamo benissimo. Stare a letto, rimuginare, tormentarsi, darsi la colpa… Quello era un repertorio che sentivamo piú nostro. Anche se alla lunga pure piangersi addosso ci consumava.

Passammo il liceo a perdere altro tempo, a leggere libri per conto nostro, a riparare alle insufficienze seminate durante l’anno, a maledire la nostra pigrizia e poi subito dopo a benedirla. Santa lagnusía. Gli esami di maturità passarono senza traumi, ma arrivò subito la trappola di un nuovo bivio. Cosa volevamo fare da grandi? Come la volta prima, decidemmo di non decidere. Passammo un’estate senza crucci e a settembre ci ritrovammo a essere gli unici tra i nostri amici a non avere ancora un’iscrizione all’università da poter sventolare in faccia agli altri. Tutti i test di ingresso erano iniziati e poi erano finiti senza che noi ce ne fossimo accorti. Rimanevano le facoltà a numero aperto, e cioè quelle di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, e diverse Ingegnerie. Ovviamente fu Dario a indicare la via. Ci iscrivemmo a Biologia. Le motivazioni erano risibili, questa volta non c’era neanche l’elemento fatalista della monetina: Biologia era una facoltà, mi disse Dario, che registrava da anni un calo costante di immatricolazioni. E per questo avevano deciso di eliminare le tasse per il primo semestre. Avremmo avuto una scadenza in meno, una cosa in meno da ricordare.

Dal punto di vista dello studio non furono anni esaltanti. Andammo fuoricorso entrambi. Di molto. Con Dario ci rassicuravamo che in fondo era giusto cosí, l’ansia da prestazione non era un sentimento salutare e bisognava allora affrontare gli esami solo in dosi meramente palliative. Ogni tanto, mettendo a posto i cassetti di casa, mi capita ancora di trovare degli appunti di quel periodo lí, tabelle con ghirigori del tipo:

1A: CGI (9) + AC (6) + IST (3)

2A: CB (9) + CO (9)

SETT: FIS (6)

seguiti da correzioni con una penna di colore diverso:

1A: CGI (9) + AC (6) + IST (3)

2A: CB (9) + CO (9)

SETT: FIS (6) + CGI (9) + AC (6)

e poi da ulteriori correzioni e aggiunte:

1A: CGI (9) + AC (6) + IST (3)

2A: CB (9) + CO (9)

SETT: FIS (6) + CGI (9) + AC (6)

1A: FIS (6) + CGI (9)

Ogni anno accademico, appena iniziavano le lezioni, ci dicevamo che avremmo dovuto cercare di non perdere troppi colpi, e allora ordinavamo i semestri (primo appello, secondo appello e finestra di settembre) riempendo ogni sessione con almeno due o tre esami che avremmo dovuto dare o ridare (chimica generale e inorganica, anatomia comparata, istologia, chimica biologica, chimica organica, fisica, seguiti dal numero di crediti). I nostri programmi finivano però per franare dopo pochi mesi, quando ci accorgevamo che a fare tutto non ci saremmo certo riusciti, e allora spostavamo gli impegni una riga piú sotto, asciugando le incombenze imminenti e rinviando i dolori piú persistenti. Le giornate in cui diligentemente buttavamo giú questi schemini, però, le prendevamo molto sul serio.



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