Charlotte. Dopotutto siamo amiche by Nele Neuhaus

Charlotte. Dopotutto siamo amiche by Nele Neuhaus

autore:Nele Neuhaus [Neuhaus, Nele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2023-06-27T00:00:00+00:00


GALOPPATA IN SPIAGGIA!

Attraversammo l’abitato in fila indiana: Nicolas davanti, poi le due inglesi, che stavano in sella con grande sicurezza, dietro la coppietta svizzera, io e Doro a chiudere. Gli zoccoli dei cavalli sbatacchiavano sull’asfalto. La maggior parte di quelli che se ne stavano nei giardini delle loro casette non si curarono quasi di noi, anche perché vedevano passare cavalli più volte al giorno. Soltanto qua e là qualche bambino ci corse incontro, e un paio di cani abbaiarono, ma nessuno dei nostri animali si mostrò infastidito.

Faceva ancora molto caldo, la leggera brezza non rinfrescava per niente e dentro di me commiseravo i cavalli, che quel giorno dovevano scarrozzarci nei dintorni. Loro, però, sembravano stare bene e allora mi tornò in mente una cosa che mi aveva detto una volta il dottor Feldmann, il veterinario: per un cavallo, che per natura vive brucando nelle steppe e sta sempre in movimento, è di gran lunga peggio stare rinchiuso per ventitré ore al giorno in un box e potersi muovere liberamente per un’ora soltanto. Quelli della scuola si ammalavano molto più di rado di quelli che erano costretti a dare il massimo nell’unica uscita della giornata.

Alla torre del serbatoio dell’acqua ci fermammo. Nicolas controllò a destra e a sinistra, e quando non ci fu più nessuna macchina in vista, andò in mezzo alla strada e si fermò ad aspettare che gli passassimo tutti davanti. L’aspro odore di muschio delle capre, che rosicchiavano l’erba secca in vasti recinti dietro alte reti metalliche arrugginite, mi penetrò nel naso. Subito dietro i piatti edifici della Chèvrerie cominciavano le saline, che coprivano la maggior parte dell’isola. Sul terreno spoglio e sabbioso non cresceva molto di più delle tipiche patate rosse, cipolle, aglio e scalogno, perciò l’estrazione di sale marino era una delle maggiori fonti di reddito degli abitanti dell’isola. In primavera l’acqua del mare veniva indirizzata nei canali fino ai bacini, dove nel corso dell’estate evaporava, lasciando cristalli di sale grezzo che poi venivano ammucchiati con grossi rastrelli, insacchettati e venduti in tutto il mondo. L’intrico di canali, stagni e bacini quasi asciutti era attraversato da viottoli. Qua e là una mucca o un vecchio cavallo dormicchiavano tra i fossi in un prato riarso dal sole. Già l’anno prima avevo commiserato profondamente gli animali che non avevano alberi a procurare loro un po’ d’ombra e in più trovavano poco da mangiare.

Ci fermammo per stringere il sottopancia. Smontai e aiutai gli svizzeri, quindi mi issai di nuovo in sella a Le Zaza. Il piccolo castrone sauro era molto mansueto, anzi, persino un po’ flemmatico, e non si spaventava facilmente, ma appena si accelerava un po’ l’andatura oltre il trotto, in lui si risvegliava il cavallo da corsa e un cavaliere inesperto avrebbe avuto grossi problemi a trattenerlo.

«Al trotto!» gridò Nicolas. «Quando alzo la mano, pariamo di nuovo al passo, d’accordo?»

Tutti annuirono, anche i due svizzeri, che in sella a Fleur e Caramel sembravano a loro agio.

Perciò partimmo al trotto e Le Zaza procedette tranquillo a briglia lunga.

«Come la trovi Brunette?» gridai a Doro.



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