Con Dio non sei mai solo by Benedetto XVI

Con Dio non sei mai solo by Benedetto XVI

autore:Benedetto XVI [Benedetto XVI]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-01-12T12:00:00+00:00


La parola genera la comunità

Per avere la piena visione della cultura della parola, che appartiene all’essenza della ricerca di Dio, dobbiamo fare un altro passo. La Parola che apre la via della ricerca di Dio ed è essa stessa questa via, è una Parola che riguarda la comunità. Certo, essa trafigge il cuore di ciascun singolo (cfr. At 2, 37).

Gregorio Magno descrive questo come una fitta improvvisa che squarcia la nostra anima sonnolenta e ci sveglia rendendoci attenti per la realtà essenziale, per Dio.2 Ma così ci rende attenti anche gli uni per gli altri.

La Parola non conduce a una via solo individuale di un’immersione mistica, ma introduce nella comunione con quanti camminano nella fede. E per questo bisogna non solo riflettere sulla Parola, ma anche leggerla in modo giusto. Come nella scuola rabbinica, così anche tra i monaci il leggere stesso compiuto dal singolo è al contempo un atto corporeo. «Ma abitualmente quando leggere e lectio sono usati senza specificazioni, designano un’attività che, come il canto e la scrittura, impegnano tutto il corpo e tutto lo spirito», dice al riguardo Jean Leclercq.3

E ancora c’è da fare un altro passo. La Parola di Dio introduce noi stessi nel colloquio con Dio. Il Dio che parla nella Bibbia ci insegna come noi possiamo parlare con Lui.

Specialmente nel Libro dei Salmi Egli ci dà le parole con cui possiamo rivolgerci a Lui, portare la nostra vita con i suoi alti e bassi nel colloquio davanti a Lui, trasformando così la vita stessa in un movimento verso di Lui. I Salmi contengono ripetutamente delle istruzioni anche sul come devono essere cantati ed accompagnati con strumenti musicali. Per pregare in base alla Parola di Dio il solo pronunciare non basta, esso richiede la musica. Due canti della liturgia cristiana derivano da testi biblici che li pongono sulle labbra degli Angeli: il Gloria, che è cantato dagli Angeli alla nascita di Gesù, e il Sanctus, che secondo Isaia 6 è l’acclamazione dei Serafini che stanno nell’ immediata vicinanza di Dio.

Alla luce di ciò la Liturgia cristiana è invito a cantare insieme agli Angeli e a portare così la parola alla sua destinazione più alta. Sentiamo in questo contesto ancora una volta Jean Leclercq: «Bisogna trovare accenti che traducono il consenso dell’uomo redento ai misteri che celebra e di cui riceve il beneficio: i pochi capitelli di Cluny che ci sono stati conservati (…) rappresentano simboli cristologici dei diversi toni del canto».4



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