Contro l'Europa? by Daniele Pasquinucci & Luca Verzichelli
autore:Daniele, Pasquinucci & Luca, Verzichelli [Daniele, Pasquinucci & Luca, Verzichelli]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Sociologia, Percorsi
ISBN: 9788815329707
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-09-14T22:00:00+00:00
3. Il ritorno al potere e le tre carte europee del Generale (1958-62)
Al momento del ritorno al potere di de Gaulle, nella primavera del 1958, è lecito nutrire seri dubbi circa la sua politica europea[30]. I timori diffusi nei partner europei e negli ambienti federalisti sono in particolare relativi al possibile boicottaggio francese dei trattati di Roma, approvati lâanno precedente[31]. Sostenitore di unâorganizzazione confederale dellâEuropa, de Gaulle è visto come lâavversario dichiarato, dal 1952, delle prime istituzioni comunitarie. La nuova costituzione gollista, oltretutto, attribuisce al capo dello Stato ampie prerogative in materia, facendo sostanzialmente della politica estera un domaine réservé presidenziale.
Il Generale tuttavia non intende denunciare i trattati ma piuttosto riorientare la costruzione europea. Intenzionato a dare forma a unâEuropa autonoma e continentale, de Gaulle accetta di portare avanti gli impegni europei presi dai governi della Quarta Repubblica, dando prova di una sostanziale compatibilità con gli equilibri esistenti, al punto che il presidente della Commissione dal gennaio 1958 al luglio 1967, Walter Hallstein, ha riconosciuto come la Francia abbia dato esecuzione esemplare dei trattati di Roma, al pari degli altri partner[32]. Lo stesso Generale, peraltro, in occasione della conferenza stampa del 9 settembre 1965 avrebbe rivendicato di avere «da sette anni, aiutato molto attivamente la costruzione della comunità economica, creata teoricamente nel 1957, ma che fino al 1959 esisteva solo sulla carta perché il deficit cronico della bilancia dei pagamenti francesi impediva allâorganizzazione di prendere concretamente il via»[33].
Le ragioni che nel 1958 spingono de Gaulle a rispettare gli accordi presi dai suoi predecessori e a dare impulso al progetto comunitario sono di duplice natura. Innanzitutto a livello simbolico per restituire alla Francia unâimmagine autorevole sulla scena internazionale occorre dimostrare che Parigi resterà fedele agli impegni presi, nonostante il cambio di regime e di maggioranza.
A muoverlo è poi il pragmatismo e la consapevolezza che il rilancio dellâeconomia francese avrebbe avuto bisogno di sfruttare le misure di liberalizzazione previste dai trattati e sollecitate dal mondo industriale. «Quando il generale de Gaulle ha scelto di continuare il Mercato comune â ha testimoniato Georges Pompidou â lo ha fatto anzitutto perché favoriva una liberalizzazione dei mercati e la concorrenza internazionale»[34].
Se de Gaulle non mette in discussione i trattati di Roma ma, anzi, ne accelera lâeffettiva applicazione, non significa che rinunci a imprimere una svolta alla politica estera francese. Il tentativo di rilancio della grandeur francese anziché declinarsi attraverso una denuncia o una presa di distanza dai trattati europei si traduce piuttosto in due iniziative assunte poco dopo il suo ritorno al potere, a pochi giorni di distanza lâuna dallâaltra, nel settembre 1958.
La prima è lo storico riavvicinamento con la Germania occidentale di Adenauer. Il 15 settembre a Colombey-les-Deux-Eglises ha luogo lâincontro tra de Gaulle e il Cancelliere tedesco, in occasione del quale vengono poste le basi per la costruzione di un nuovo asse franco-tedesco attorno al quale far avanzare il processo di integrazione europea. Due giorni dopo, il 17 settembre, il Generale si fa promotore di un progetto che ambisce a ridefinire i rapporti
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