Cose che avrei voluto dire ma non ho mai detto by Monica Murphy

Cose che avrei voluto dire ma non ho mai detto by Monica Murphy

autore:Monica Murphy [Murphy, Monica]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788822775078
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2024-02-13T23:00:00+00:00


Capitolo 26

Summer

Dicono che a fine novembre di solito arrivi la prima neve al campus, ma quest’anno cade un po’ prima. Il diciotto, per l’esattezza, nel bel mezzo della giornata. Sono in classe annoiata e quando getto lo sguardo fuori dalla finestra, noto che c’è un po’ di nevischio. Questo si trasforma presto in fiocchi più grandi. La neve cade senza sosta dal cielo scuro per tutto il pomeriggio e, al calar della sera, l’intero campus è ricoperto da una candida coltre invernale.

Gli insegnanti non riescono a smettere di parlare dell’insolito freddo, mentre si lamentano della temperatura dei termosifoni nelle nostre aule. Il Lancaster Prep sorge in splendidi edifici storici e i sistemi di riscaldamento sono arcaici. Ciò suscita un dibattito a Diritto degli Stati Uniti, l’ultima lezione della giornata. Gli studenti vogliono modernizzare la struttura, sostenendo che ormai siamo nel ventunesimo secolo. Non ci meritiamo forse il riscaldamento e l’aria condizionata? Gli insegnanti si dicono d’accordo, ma dicono che la modernizzazione distruggerebbe l’integrità dell’edificio.

Il dibattito in classe mi annoia a morte. Come al solito. Riesco a pensare solo al fatto che voglio andarmene da qui.

Ma non ho altro posto dove andare.

È una giornata particolare. Siamo tutti distratti, me compresa. Mancano due giorni a venerdì, che sarà l’ultimo prima della pausa per il Ringraziamento. Sono quindi tutti impazienti di lasciare il neo paese delle meraviglie invernali che è diventato il nostro campus. Durante le lezioni, le conversazioni sui piani per le vacanze sono diventate più accese del normale. Fughe tropicali, giornate di shopping, visite alla famiglia, anche se queste sono considerate le opzioni più noiose. Sembriamo dei detenuti, pronti a uscire di prigione.

Vorrei poter andare da qualche parte. Qualsiasi luogo. Ma non me ne andrò. La mamma e io abbiamo parlato spesso di questa settimana. Sono state delle conversazioni tese al telefono che avrei voluto sostituire con messaggi sporadici, visto l’imbarazzo. Non ho menzionato la rottura, e nemmeno lei, ma aleggia nell’aria.

Lo sappiamo entrambe.

Man mano che il giorno si avvicina, la questione rimane in bilico tra noi, finché lei alla fine non accenna a un breve viaggio ai Caraibi con un gruppo di amiche. Starò bene da sola? Ha bisogno di evadere, si affretta a spiegare, e non mi lascia spazio per controbattere. Dopo tutto quello che ha passato, dopo tutte le sofferenze dell’ultimo anno. L’incendio, l’assicurazione, la gestione dell’eredità, la battaglia legale che sta affrontando con la prima signora Weatherstone.

Che dire? Come protestare? Le dico di andare, ovvio. Le ricordo persino di prendere la crema solare, come se fossi io la mamma e lei la figlia. Sono io la figura responsabile nel nostro rapporto in continua evoluzione. Farebbe quasi ridere, se non fosse così triste.

I dormitori restano aperti per tutta la durata delle vacanze, per gli studenti e le studentesse che non hanno un posto dove andare, e io comunico alla mia tutor che resterò nella struttura. L’espressione di compassione della signorina Thompson mi infastidisce da morire e quando apre la bocca, pronta a pronunciare un «Mi dispiace», la interrompo per dirle che devo andare o farò tardi a lezione.



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