Doppia identità by Brian Freeman

Doppia identità by Brian Freeman

autore:Brian Freeman [Freeman, Brian]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2020-07-16T12:00:00+00:00


25

Cat parcheggiò la sua Honda Civic davanti all’Ordean-East Middle School. Era già sera e la sua era l’unica auto nel posteggio. Lei e Curt uscirono al freddo. Non c’era neve, ma le raffiche di vento giù per la collina le fecero quasi volare via il cappello da aviatore che aveva calcato in testa. Dal garage di qualcuno era stato spazzato via un bidone della spazzatura che era rotolato giù per la strada e ora correva sferragliando sull’asfalto. Cat si infilò le mani nelle tasche del cappotto. Lei e Curt arrivarono a fatica all’angolo della strada.

Attraverso gli alberi dall’altra parte di Fourth Street, Cat riusciva a malapena a vedere il muro di mattoni rossi che proteggeva la proprietà affittata da Dean Casperson. Quel muro costeggiava Hawthorne Road su per la collina. L’incrocio tra le due strade era deserto. L’isolato era tutto per loro.

«E adesso?» chiese Curt.

Mentre pensava alla mossa successiva, Cat batteva il piede sul marciapiede. «Pensi che potremmo arrampicarci sul muro?»

«Potrei sollevarti. Dovresti arrivare in cima.»

«Be’, prima vediamo se all’interno succede qualcosa» disse Cat.

Attraversò l’incrocio in diagonale sotto la luce di un lampione. Ora era dal lato opposto della strada rispetto alla villa di Casperson. Dietro le alte siepi era buio. A grandi passi nella neve si avvicinò alla casa sull’angolo, una villa coloniale con un tetto verde. Curt la seguiva appena dietro. Imboccarono il vialetto davanti alla casa, attraversarono un viale per le auto sgombrato dalla neve e sgattaiolarono nel cortile fino alla casa accanto. Si ripararono dietro un grande cipresso.

Lì erano in una posizione privilegiata per osservare il vialetto per le auto che si snodava nella proprietà di Casperson, oltre un alto cancello. Da una parte e dall’altra delle colonne di mattoni c’erano delle luci accese. Parcheggiata sulla strada c’era una berlina con i vetri appannati. Di tanto in tanto si scorgeva una mano pulire il parabrezza. Il cancello era sorvegliato da una guardia.

«Non credo che ti inviterà a entrare, micina» disse Curt.

Cat tirò giù la cerniera del cappotto e afferrò il binocolo che teneva appeso al collo. Se lo portò agli occhi e lo puntò verso la proprietà di Casperson. Da lì non si vedeva nulla. Riusciva a individuare il vialetto sinuoso e il garage, separato dalla casa, ma le finestre erano protette dai sempreverdi.

«Cosa vedi?» chiese Curt.

«Niente. Così non funziona.» Cat ricominciò a picchiare il piede nervosamente. «E se entrassimo nella casa che usava Haley Adams? Da lì riusciva a vedere la stanza di Casperson. Hai detto di esserci entrato per controllare se c’era il telescopio, giusto?»

«Sì, ma sono uscito appena in tempo. Ora c’è una guardia che controlla.»

Cat aggrottò la fronte. Guardò l’ora e ricominciò a sbirciare attraverso le lenti del binocolo.

«È tutto tranquillo qui» aggiunse Curt. «Stasera non c’è nessuna festa. Altrimenti lo saprei.»

«Aspettiamo ancora qualche minuto.»

«Okay, ma se stiamo qui per un po’ dovrò scongelarmi le palle con la fiamma ossidrica.»

Cat ridacchiò. «Io non ti aiuterò di certo.»

Rimasero lì a tremare dal freddo. La notte era silenziosa. Dall’altra parte della strada la casa di Casperson era avvolta dalla tranquillità.



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