Enigma Bourne by Robert Ludlum & Eric van Lustbader

Enigma Bourne by Robert Ludlum & Eric van Lustbader

autore:Robert Ludlum & Eric van Lustbader
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
editore: Rizzoli
pubblicato: 2016-08-31T22:00:00+00:00


31

La risposta del governo all'agitazione davanti all'acquario, culminata con la morte di uno straniero, sarebbe stata più veloce e, certamente, più incisiva se non vi fosse stata una potente esplosione davanti al ministero degli Esteri, grosso modo alla stessa ora. Un attentatore suicida si era fatto saltare in aria, uccidendo due poliziotti e un sottosegretario di ritorno da una riunione, e ferendo una manciata di militari. I generali che guidavano l'Egitto erano ben più preoccupati dei loro morti e feriti che non dell'incidente occorso a un cittadino straniero. E quando, alla fine, si scoprì che era cittadino russo e, per giunta, probabilmente una spia, l'indagine che si era pensato di condurre si trasformò in un'accusa diplomatica immediatamente recapitata all'ambasciatore delle Federazione.

Il giovane dal fisico atletico che Bourne aveva incontrato al Meisterstuck Hotel di Francoforte osservava dalle retrovie i momenti successivi all'attentato. Le mani in tasca, fischiettava una piccola melodia da fiaba, come se stesse cercando di calmare un neonato che non vuole smettere di piangere. Il primo ministro Savasin e il silovik Malachev lo conoscevano come Zmeya. In realtà, Zmeya non esisteva, ma, nel suo mondo, era la verità stessa a non esistere. Dunque, che differenza faceva?

Mentre il Serpente osservava le squadre di bonifica dei militari, gli squillò il telefono satellitare. Si confuse nuovamente tra la folla di curiosi, allontanandosi per raggiungere un punto più tranquillo, poi accettò la chiamata e si portò il cellulare all'orecchio.

«È morta, Aleksandr» disse Ivan Volkin. «Irina è morta.»

Aleksandr Vasilýev Volkin si sentì mancare il respiro. Il vuoto dentro di lui non era frutto dell'immaginazione, e non era nemmeno una manifestazione del fervore da amante con cui avvertiva la mancanza della sorella.

«Aleksandr» lo chiamò Volkin. «Ci sei? Mi hai sentito?»

«Come?» Il Serpente aveva fatto fatica a tirar fuori quella singola parola. Gli sembrava di avere la bocca piena di cotone, la lingua gonfia il doppio del normale. Al contrario della sua mente, in ebollizione per le parole del nonno, sconvolta da un subbuglio di emozioni, troppe per poterle assimilare correttamente. «Come?» ripeté.

«È stata stupida, e tu sai che non era da lei» disse Volkin, il tono cupo. Non sembrava esserci il minimo dolore nella sua voce, solo una rabbia che covava sotto la cenere, tipica di quell'uomo nei momenti più difficili. «Ha accompagnato Bourne da Mik.»

Fu come se gli occhi di Aleksandr avvampassero. «Le ha sparato?»

«Come se lo avesse fatto» disse Volkin. «Ha fatto saltare il capannone. Lei è stata investita dall'onda d'urto.»

«E Bourne?»

«Se l'è cavata» rispose Volkin. «Come sempre. Quell'uomo è una specie di negromante.»

«Dov'è adesso, lo sai?»

«Certo che lo so. È al Cairo. È ancora sulle tracce di Ivan Borz.»

«Buona notizia.» Alexandr osservò i corpi che venivano portati via, le chiazze di sangue sull'asfalto, gli arti recisi rimasti sul luogo. Informò il nonno del suo ultimo incarico. «Si direbbe che la sua fortuna stia per esaurirsi» concluse.

«Trovo istruttivo che Malachev abbia chiamato te» disse Volkin. «Non mi sorprenderebbe se Savasin lo stesse crescendo per metterlo a capo dell'FSB.»

«Al posto di Korsolov? Karpov aveva scelto lui.



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