Gargoyle by Davidson Andrew

Gargoyle by Davidson Andrew

autore:Davidson, Andrew
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
editore: Mondadori
pubblicato: 2008-09-30T16:00:00+00:00


«Be’, evidentemente la psicosi maniaco-depressiva è comune fra gli artisti» disse Gregor dall’altra parte del tavolo versando una dose del bourbon che aveva portato. Il sole era al tramonto e sedevamo sul portico. Marianne Engel smaltiva la stanchezza dormendo. Dopo avere puntualizzato di nuovo di non poter rivelare dettagli dei suoi precedenti trattamenti, Gregor disse che sarebbe stato felice di rispondere a domande generiche.

«Dopo aver letto tutti quei libri» dissi, «ho deciso che i suoi sintomi sono più tipici della schizofrenia che di una psicosi maniaco-depressiva.»

«Forse. Potrebbero essere tutte e due le cose» rispose lui, «o nessuna delle due. Non so. Forse si tratta di un disturbo compulsivo ossessivo. Ha mai detto perché deve scolpire così a lungo e tutto in una volta?»

«Pensa di seguire le istruzioni di Dio. Pensa di distribuire i cuori in eccesso che ha nel petto.»

«Strano.» Gregor bevve un sorso. «Ehi, questa roba è buona. Non capisco che cosa ci sia di sbagliato in Marianne.»

«Non dovresti essere tu l’esperto?»

Gregor scrollò le spalle. «Con quello che non so si potrebbe riempire un magazzino. Prende la medicina?»

«No. Odia le pillole ancora più di quanto odi i dottori. Senza offesa.»

Chiesi se si potesse obbligarla a prendere le medicine ricorrendo a qualche ordinanza legale. Gregor spiegò che solo un tutore poteva fare quel passo. Proposi Jack, dato che avevo saputo di recente che era la curatrice degli interessi di Marianne Engel, oltre che suo agente, e Gregor spiegò che un curatore ha giurisdizione solo sulle proprietà del paziente, non sulle sue decisioni personali. Nessuno può costringere un paziente a un ricovero ospedaliero, solo il giudice, e solo per pochi giorni. Specificai che non volevo che Marianne Engel venisse internata, volevo semplicemente che assumesse i farmaci. Gregor disse che tutto quello che potevo fare era di chiederglielo con gentilezza. Poi mi chiese di smettere di parlare delle condizioni di Marianne Engel; sentiva di non aver ancora superato la linea del segreto professionale che esiste tra medico e paziente, ma era preoccupato di poterci andare pericolosamente vicino.

Chiudemmo l’argomento. Gli chiesi di Sayuri e mi disse che stavano vedendosi più spesso. Per la verità, avevano un appuntamento proprio quella sera. Poi mi rimproverò perché volevo sempre parlare della sua vita sentimentale senza mai dare dettagli della mia. Liquidai la cosa ridendo - quale vita sentimentale? - ma me lo rinfacciò. «Chi vuoi prendere in giro?»

Ci fu una pausa nella conversazione, una buona pausa. Gregor bevve un altro sorso di bourbon e guardammo insieme il tramonto. «Bella serata» disse.

«Mi ha toccato» sbottai.

Sembrò colto alla sprovvista. «Che cosa vuoi dire?»

«La prima volta che mi ha fatto il bagno e ha visto… il mio inguine», Gregor sapeva dell’amputazione grazie alla sua posizione in ospedale, «l’ha esaminato. Ha passato le dita sopra le cicatrici.»

«Che cosa ha detto?»

«Che per lei le mie condizioni fisiche non sono rilevanti.»

«Le hai creduto?»

«Non lo so.» Agitai il bourbon nel mio bicchiere. «Naturalmente conta. Non c’è più.»

Gregor si accigliò. «Sono deluso.»

Adesso fu lui a cogliermi alla sprovvista. «Da che cosa?»

«Dalla tua risposta» replicò, «perché io le credo e penso che dovresti crederle anche tu.



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