Geopolitica Pop by Giacomo Natali

Geopolitica Pop by Giacomo Natali

autore:Giacomo Natali [Natali, Giacomo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Treccani
pubblicato: 2023-10-15T22:00:00+00:00


• Tre anni di attesa che cambiano tutto

Quando il film raggiunge le sale, nel 2022, la partnership con Tencent è però ormai saltata, insieme a molte altre certezze (Natali, 2022d). La rimodulazione dei rapporti internazionali avvenuta durante la pandemia, per esempio, si dimostra più profonda del previsto, trascinando con sé una crisi delle catene logistiche e di approvvigionamento che rimette in discussione l’intero concetto di globalizzazione. Proprio il giorno prima dell’uscita di Top Gun: Maverick, la sessione conclusiva del Forum di Davos, per decenni fucina teorica e pratica della delocalizzazione produttiva e dell’internazionalizzazione della finanza, è simbolicamente tutta un fiorire di raccomandazioni ad accorciare le filiere e rilocalizzare gli investimenti3.

La guerra in Ucraina ha contribuito in modo notevole a questa svolta, ma nuove politiche isolazioniste e protezioniste erano già presenti prima, anche in Asia. Un esempio precedente, direttamente legato alla pandemia, era stata la chiusura ai turisti decisa da Cina e Giappone, ma non ha nulla a che fare con questa la decisione cinese di ridurre sempre di più i film americani distribuiti nelle sale cinesi, né quella degli spettatori di preferirgli sempre di più le patriottiche produzioni nazionali.

Se nel 2019 i film americani rappresentavano il 30 per cento del mercato cinese, nel 2021 scendono al 12 per cento (Brzeski, 2022). A fallire sono persino film confezionati dai produttori hollywoodiani apposta per il pubblico cinese, come il disneyano remake di Mulan realizzato nel 2020 con attori autoctoni, sceneggiature approvate da Pechino e scene modificate in base alle reazioni dopo le prime proiezioni nel paese. Lo stesso anno, otto dei dieci film più visti sono produzioni locali e su tutti svetta il film La battaglia del lago Changjin, un epico film ambientato durante la guerra di Corea, che vede l’esercito cinese sbaragliare proprio i soldati americani, segno che non proprio tutti hanno dimenticato quel conflitto. Nel 2021 una vera ondata di analoghe pellicole patriottiche di ambientazione militare ha invaso gli schermi in occasione delle celebrazioni per il centenario del Partito comunista cinese.

I produttori cinematografici statunitensi, già in difficoltà per l’effetto incrociato del Covid-19 che ha svuotato le sale e dell’inaffidabilità del fatturato ottenibile con i servizi di streaming online (i quali dopo il boom durante la pandemia vedono calare la propria crescita e aumentare la frammentazione dell’offerta), scoprono di non potere più contare neppure sulle entrate del pubblico più grande al mondo. È a questo punto che a Hollywood inizia a farsi strada l’idea che in queste condizioni non valga forse più la pena accettare i compromessi necessari a tenere buone le autorità cinesi.

Nei film americani i riferimenti alla Cina e alla sua cultura non vengono meno, ma sono ora pensati più per il pubblico interno, nella prospettiva di aumentare la rappresentazione delle comunità asiatiche negli Stati Uniti, anche nei grandi blockbuster realizzati dalla Disney per il Marvel Cinematic Universe, come nel caso di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli (2021) o del film Eternals (2021), diretto dalla cinese Chloé Zhao. Nonostante queste connessioni con la cultura cinese, o forse



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