Hostile Saint by India R. Adams

Hostile Saint by India R. Adams

autore:India R. Adams [Adams, India R.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Triskell Edizioni


17

TI DONO IL MIO CUORE

Rimasi seduto sul divano e l’angoscia mi scivolò addosso come una tempesta di passaggio. Si era lasciata dietro una certa dose di devastazione, ma era passata. Quel giorno avevo imparato proprio quello: che nessuna tempesta è eterna. Ora era arrivato il momento di rimettere insieme i pezzi. Ce n’erano tanti da raccogliere.

Miei e di mia moglie.

Fissai Lynx seduto accanto a me e, con tono pacificamente esausto, dissi: «Mi dispiace che la storia si sia rivelata così complicata. Hai provato ad aiutare un ragazzo che si sta rivelando un vero fardello. Lynx, se vuoi tirarti indietro per tutelare la tua salute mentale e il tuo club ti giuro che capirò.»

Lui mi fece un lieve sorriso, stanco ma sereno quanto me: «Ci credo, Saint.»

Dagger, seduto di fronte a me, appoggiò i gomiti alle ginocchia. «Fardello? Piccoletto, ti abbiamo trovato in un lago di sangue. Avevamo immaginato che saresti stato una sfida.»

«Non posso darti torto,» dissi annuendo.

«Bene. Pensi di riuscire a tornare al luogo in cui è accaduto tutto?» chiese Dagger.

Indicai col pollice Vice alle mie spalle; indossava ancora le cuffie, e lo fissai. Era uno degli uomini migliori che avessi mai incontrato. «Suppongo che non abbiate bisogno di comparare la mia storia con quella di Lacey.»

Vice mi scrutò intento, poi scosse la testa. «Ragazzino, siamo dei segugi quando si tratta di individuare le stronzate, e seguiamo sempre l’istinto. Ci scommetto la pelle che stai dicendo la verità.»

Annuii calmo, un po’ sconfitto, un po’ per la profonda comprensione. «Sì, è andata così.»

Lynx mi chiese: «Sai perché ti stavano inseguendo? Cosa è successo ai bambini catturati?»

«Sì, lo so,» dissi di nuovo, calmo.

In quel momento la sedia di Vice scivolò rumorosamente all’indietro. Non dovetti neanche guardarlo per accorgermi che era saltato in piedi. Nel riflesso della vetrata lo vidi strapparsi le cuffie, gettarle sul tavolo, quindi indietreggiare dal computer fino ad avere le spalle contro il muro, in punta di piedi come un gatto spaventato.

Dagger si prese il viso tra le mani. «Che Dio ci aiuti.»

Un muscolo si contrasse sulla mascella di Lynx quando fissò il suo valoroso Enforcer terrorizzato, poi deglutì ed emise un lungo sospiro addolorato. «Dimmi che hai registrato,» ordinò a bassa voce a Vice.

Con gli occhi incollati al computer quasi fosse un nuovo nemico Vice ringhiò: «Sì, ma non intendo riascoltarlo. E non provare a costringermi.»

La prima volta che avevo detto a quegli uomini di ciò che i miei fratelli mi avevano fatto era stato Lynx a perdere il controllo, danneggiando l’auto noleggiata. Ora fu il turno di Vice di implorare pietà.

Lo scrutai nel riflesso: mi si stava avvicinando da dietro al divano. Mi prese il volto con una delle sue manone e lo tenne con forza, appoggiando la fronte contro i miei capelli.

Gli strinsi i polsi. «Starà bene, Vice. Starà bene.»

«E tu?» chiese scrollandomi la testa.

Incredibile quanto fossi calmo di fronte alla sua repulsione inorridita. Ma c’era uno strano senso di pace nel conoscere finalmente il mio passato. Gli incubi erano meglio dei segreti. Avrei dovuto



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