I figli che non voglio by Simonetta Sciandivasci

I figli che non voglio by Simonetta Sciandivasci

autore:Simonetta Sciandivasci [Sciandivasci, Simonetta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-10-27T12:00:00+00:00


a. S. Andreoli, Lo faccio per me. Essere madri senza il mito del sacrificio, Rizzoli, Milano 2022.

FLAVIA GASPERETTI

Nel 2020, Marsilio pubblica il saggio Madri e no. Ragioni e percorsi di non maternità, di Flavia Gasperetti. In copertina, le silhouette di quattro donne volteggiano, ciascuna ha addosso un vestito colorato (i tre colori primari più il verde). Le silhouette sembrano i fili stendibiancheria su una terrazza ventosa, e i vestiti le mutande stese sopra ad asciugare. Sarebbe stata l’immagine ideale di In principio erano le mutande, un romanzo magnifico di Rossana Campo, il suo primo, in cui la protagonista, Gina, s’innamora di un pompiere e per rivederlo dà fuoco a casa sua.

Quando ho letto il libro di Flavia, ho pensato tutto il tempo a Rossana Campo, che ha raccontato come nessuno il ridere nel pianto che è la vita delle donne, la leggerezza magica dell’amicizia femminile, la libertà delle persone allegre e l’aggressività di quelle tristi. Flavia ha trovato per il suo saggio una voce molto simile a quella delle storie di Rossana Campo, e magari lo penso perché quella copertina mi ha suggestionata: non tutti i condizionamenti vengono per nuocere.

Flavia è stata la prima, in Italia, a dire che esistono donne felici pur non avendo un bambino (e non felici perché non ne hanno uno), felici pur non avendo mai pensato di diventare madri, felici di non cambiare il mondo, felici di non essere supereroine; donne non impensierite dall’anzianità, dalla solitudine, dalle spese a proprio esclusivo carico, dalla fine del mondo; donne non rattristate dai figli delle altre. È stata la prima a scrivere tutto questo in un saggio che dà conto di un cambiamento culturale, di un assestarsi delle generazioni intorno a principi nuovi, o semplicemente meno univoci, esigenti e artefatti. Un saggio che sembra un romanzo di Rossana Campo.

Ma è stato per via di quelle mutande che non sono mutande sulla copertina del suo libro che le ho chiesto di scrivere, naturalmente.

Lei ci ha messo qualche giorno, ha letto gli altri contributi, un po’ ha titubato, poi ha letto alcune valenti intellettuali che mi consigliavano di aspettare perché “vedrai poi come ti viene voglia di fare un figlio quando hai quasi cinquant’anni” (cosa che non escludo accada anche prima, figuriamoci), le stesse che dieci anni fa brigavano straparlando di orgoglio child free, e mi ha scritto: “Ma si sono svegliate tutte Gianna Nannini?”.

Il giorno dopo è arrivato il suo pezzo. Che io leggerei nelle scuole, una volta a settimana, prima di cominciare la lezione di storia.

FLAVIA GASPERETTI è una ricercatrice e traduttrice. Vive a Roma. Assomiglia a Audrey Hepburn. Nella sua bio su Twitter c’è una frase della scrittrice Sarah Manguso: “Inner beauty can fade, too”.

Il suo contributo sulla “Stampa” è uscito il 28 gennaio.



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