I racconti by Dylan Thomas

I racconti by Dylan Thomas

autore:Dylan Thomas [Thomas, Dylan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2024-02-06T12:00:00+00:00


Patricia, Edith e Arnold

Il bambino, nella sua invisibile locomotiva, la Freccia di Cwmdonkin, dalle ruote lucide e sfolgoranti, fece scricchiolare la ghiaia del giardinetto dietro la casa, ancora bianco della neve di ieri e cosparso di briciole per gli uccelli, e il fumo che usciva dal comignolo era leggero e pallido come fiato nel gelido pomeriggio. Fischiò sotto la corda del bucato, diede un calcio alla ciotola del cane davanti alla fermata della lavanderia, sbuffando e rallentando sempre piú, mentre la servetta abbassava la pertica e toglieva le mollette dai panni stesi e sventolanti, mostrando le macchie scure sotto le ascelle e chiamando oltre il muro: – Edith, Edith, vieni che devo parlarti!

Edith salí su due mastelli sovrapposti dall’altra parte del muro e rispose: – Sono qui, Patricia –. La sua testa spuntò sopra i cocci di vetro.

Il bambino fece indietreggiare il Gallese Volante dalla lavanderia alla porta aperta della carbonaia e tirò forte il freno che era un martello nella sua tasca. Inservienti in uniforme si precipitarono fuori a rifornirlo di combustibile, lui rivolse qualche parola a un fuochista che stava sull’attenti e la locomotiva riprese la corsa, sbuffando e ansimando, intorno alla Grande Muraglia cinese, che aveva la sommità tagliente per tener lontani i gatti, poi proseguí lungo i fiumi ghiacciati del trogolo, dentro e fuori la galleria della carbonaia. Ma tra fischi e stridere di ruote, tutto il tempo tendeva attento l’orecchio ai discorsi di Patricia e della servetta della casa accanto, che era a servizio da Mrs Lewis, le quali, invece di lavorare come avrebbero dovuto, chiacchieravano tra loro, chiamando sua madre Mrs T. e scambiandosi impertinenze su Mrs L.

Sentí Patricia che diceva: – Mrs T. non sarà a casa prima delle sei.

E la Edith dei vicini: – La vecchia Mrs L. è andata a Neath in cerca di Mr Robert.

Patricia bisbigliò: – Si è dato di nuovo alla pazza gioia.

– Gioia, noia, boia, – gridò il ragazzo dalla carbonaia.

– Se ti sporchi la faccia, ti ammazzo di botte, – disse distratta Patricia.

Non fece neppure finta, però, di fermarlo quando lui si arrampicò sul mucchio di carbone. Il bambino rimase tranquillo sulla cima, Re di Castel Carbone, con la testa che toccava il soffitto, in ascolto delle voci preoccupate delle ragazze. Patricia era lí lí per piangere, Edith singhiozzava e dondolava pericolosamente sui mastelli in bilico. – Sono in cima al mucchio di carbone, – disse il bambino in attesa dell’ira di Patricia.

Quella stava dicendo: – Non voglio vederlo; va’ tu da sola.

– Dobbiamo andare assieme, assolutamente, – disse Edith. – Devo sapere.

– Io, invece, non voglio sapere.

– Patricia, da sola non ce la faccio; devi venire con me.

– Va’ tu sola: ti aspetta.

– Ti supplico, Patricia.

– Sono a faccia in giú nel carbone, – disse il bambino.

– No, oggi è il tuo giorno con lui. Non voglio sapere. Voglio solo pensare che mi voglia bene.

– Abbi un po’ di buonsenso, Patricia, ti prego! Vieni o no? Io devo sentire quello che dice lui.

– Va bene, tra mezz’ora allora.



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