Il Cavaliere Dei Sette Regni by George R. R. Martin

Il Cavaliere Dei Sette Regni by George R. R. Martin

autore:George R. R. Martin [Martin, George R. R.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy, General, Fiction
ISBN: 9788852049187
Google: WuEhAwAAQBAJ
Amazon: B00J51YTAC
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-04-07T22:00:00+00:00


IL CAVALIERE MISTERIOSO

Cadeva una leggera pioggia estiva quando Dunk ed Egg lasciarono Tempio di Pietra.

Dunk cavalcava Tuono, il suo vecchio destriero. Accanto a lui, Egg, sul focoso giovane palafreno chiamato Pioggia, conduceva per la cavezza Maestro, il loro mulo. Sul dorso di Maestro erano ammassati l’armatura di Dunk, i libri di Egg, le coperte arrotolate, la tenda, il vestiario, alcune grosse fette di duro manzo salato, mezza botte di idromele e due otri d’acqua. Il vecchio cappello di paglia di Egg, floscio e a tesa larga, riparava dalla pioggia la testa di Maestro. Il giovane Egg vi aveva praticato due fori per le orecchie e si era messo un cappello di paglia nuovo. A parte i fori, a Dunk i due cappelli parevano uguali.

Avvicinandosi alla porta della città, Egg trattenne bruscamente il cavallo. In alto sull’ingresso, impalato su un rostro di ferro, c’era la testa di un traditore. Sembrava messa lì di recente, con la carne ancora rosea. I corvi però avevano già banchettato. Le labbra e le guance del morto erano lacerate e strappate. Gli occhi erano due buchi scuri che colavano lente lacrime rosse, e gocce di pioggia si mescolavano al sangue rappreso. La bocca era spalancata, quasi ad arringare i viandanti che varcavano la porta.

Dunk aveva visto molti spettacoli del genere. «Quando ero ragazzo ad Approdo del Re» disse a Egg «una volta ho rubato una testa impalata.»

In realtà, era stato Furetto ad arrampicarsi sul muro e rubare la testa, Rafe e Ciccione avevano detto che non ne avrebbero mai avuto il coraggio. Ma quando le guardie erano arrivate di corsa, Furetto l’aveva lasciata cadere e Dunk era corso a raccoglierla.

«Era di un lord ribelle o di un cavaliere predone. O forse solo di un comune assassino. Una testa è una testa. Dopo qualche giorno d’impalatura, si assomigliano tutte.»

Dunk e i suoi tre amici avevano usato la testa per terrorizzare le ragazze del Fondo delle Pulci. Le avevano inseguite nei vicoli e, prima di lasciarle andare, le avevano obbligate a dare un bacio alla testa. La testa aveva ricevuto un mucchio di baci, ricordò Dunk. Non c’era ragazza ad Approdo del Re che corresse più velocemente di Rafe. Meglio però che Egg non ascoltasse quella parte. “Furetto, Rafe e Ciccione” ripensò Dunk. “Piccoli mostri, quei tre, e io il peggiore di tutti.” Lui e i suoi amici avevano tenuto la testa fino a quando la carne non era diventata nera e aveva cominciato a staccarsi. Veniva quindi a mancare il divertimento della caccia alle ragazze. Così una notte fecero irruzione in una bottega di cibi cotti e gettarono nel bollitore quel che restava del cranio.

«Gli occhi: è a quelli che puntano sempre i corvi» disse Dunk a Egg. «Poi le guance s’incavano, la carne diventa verdastra...» Guardò, socchiudendo gli occhi. «Aspetta, io quella faccia la conosco.»

«Certo, ser» disse Egg. «Tre giorni fa. Il septon gobbo che abbiamo sentito predicare contro lord Bloodraven.»

Dunk allora ricordò. “Era un sant’uomo, votato ai Sette Dèi, anche se predicava tradimento.”

«Bloodraven ha le



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