Il cavaliere delle ombre by Roger Zelazny

Il cavaliere delle ombre by Roger Zelazny

autore:Roger Zelazny [Zelazny, Roger]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T09:00:21+00:00


7.

Qualche braccio parve dirci arrivederci non appena cominciammo la scalata una volta raggiunta la parete. Jurt gli fece marameo.

«Vorresti biasimarmi perché voglio andarmene da questo posto?», mi chiese.

«Non potrei proprio.»

«Se quella trasfusione che mi hai fatto fare mi ha veramente liberato dal controllo del Logrus, allora potrei vivere qui per un periodo di tempo inde-finito.»

«Mi sembra possibile.»

«Per questo devi credere che ho lanciato il ghiaccio contro Borel, e non contro di te. A parte il fatto che sei più intelligente di lui e che potresti trovare il modo di andarcene di qui, lui era una creatura del Logrus, e non avrebbe avuto abbastanza fuoco da darmi in caso di necessità.»

«Su questo ho riflettuto anche io,» dissi, senza rivelargli un’altra cosa che avevo indovinato, per rendermi indispensabile. «Ma dove vuoi arrivare?»

«Sto cercando di dirti che ti darò ogni aiuto possibile, perciò non lasciarmi quaggiù quando te ne andrai. Lo so che non siamo mai andati molto d’accordo, ma vorrei riappacificarmi con te, se sei d’accordo.»

«È sempre stato il mio desiderio,» gli dissi. «Sei sempre stato tu a cominciare le nostre lotte ed a mettermi nei guai.»

Sorrise.

«Non l’ho mai fatto, e non lo farò,» disse. Poi aggiunse: «Bè, sì, hai ragione. Non mi piacevi, e forse ancora non mi piaci. Ma non ti creerò nessun problema, adesso che abbiamo bisogno l’uno dell’altro.»

«Per come la vedo io, sei tu ad avere molto più bisogno di me, che non il contrario.»

«Non posso discutere su questo punto, e non posso convincerti a fidarti di me,» disse. «Ma lo vorrei.» Ci arrampicammo un altro pò, prima che continuasse, ed allora mi illusi che l’aria avesse cominciato ad essere più calda.

Poi proseguì: «Ma vedila in questo modo: somiglio a tuo fratello Jurt, e mi avvicino parecchio a quello che lui era una volta: molto, ma non del tutto. Ho cominciato ad allontanarmi dal suo modello all’inizio della corsa.

Le mie sono circostanze diverse, ed ho riflettuto molto da quanto sono diventato indipendente. Il vero Jurt conosce delle cose che io non so, ed ha dei poteri che io non possiedo. Ma ho i ricordi che aveva quando si è im-padronito del Logrus, e sono la seconda autorità, quanto al suo modo di pensare. Ora, se è diventato così pericoloso come mi hai detto, potresti trovarmi estremamente utile quando dovrai anticipare le sue mosse.»

«Hai segnato un punto a tuo favore,» riconobbi. «A meno che, naturalmente, voi due non dobbiate riunirvi.»

Scosse la testa.

«Non si fiderebbe di me,» disse, «ed io non mi fiderei di lui. Ci cono-sciamo bene. È un fatto di introspezione. Capisci cosa intendo?»

«Significa che nessuno dei due è affidabile.»

Aggrottò la fronte; poi annuì con la testa.

«Bè, credo di no,» convenne.

«Allora perché dovrei fidarmi di te?»

«In questo momento perché mi hai tra le palle. In seguito, perché ti sarò maledettamente utile.»

Dopo qualche altro minuto di salita, gli dissi: «La cosa che più mi preoccupa di te è che non è passato poi molto tempo, da quando Jurt si è im-padronito del Logrus. Tu non sei una versione più vecchia e più gentile del parente che amo di meno: sei un modello molte recente.



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