Il cretino digitale by Michel Desmurget

Il cretino digitale by Michel Desmurget

autore:Michel Desmurget
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858699867
editore: Rizzoli
pubblicato: 2020-02-04T12:00:00+00:00


Internet o l’illusione del sapere a portata di mano

Al di là della specifica problematica dei MOOC, è proprio il potenziale didattico di Internet che bisognerebbe esaminare. Certo la rete racchiude (in teoria) tutti i saperi del mondo; ma allo stesso tempo contiene pure, per nostra sfortuna, tutte le assurdità dell’universo. Persino i siti presumibilmente seri, di ambito universitario, istituzionale, giornalistico o enciclopedico (tra cui Wikipedia) sono ben lungi dall’essere affidabili, onesti e completi, come abbiamo potuto illustrare nella prima parte di questo libro e come mostra un gran numero di studi accademici.445, 446, 447, 448, 449, 450 Come separare, allora, documenti credibili da scritti idioti, posizioni fallaci, dichiarazioni prezzolate o altre informazioni fantasiose? E poi, come selezionare, organizzare, gerarchizzare e sintetizzare le conoscenze ricavate? Queste domande sono tanto più cruciali dal momento che agli algoritmi di ricerca non importa nulla della validità scientifica dei risultati restituiti. Quando questi algoritmi rispondono a una ricerca, non si interrogano sul rigore fattuale dei contenuti identificati. Generalmente, cercano qualche parola chiave e analizzano diversi elementi tecnici come l’età del nome del dominio, il formato e il traffico del sito, la sua adattabilità ai supporti portatili, il tempo di caricamento delle pagine, la data di pubblicazione del link e via dicendo. Risultato di questo miscuglio: quando Michael Lynch, professore di Filosofia presso l’Università del Connecticut, ha chiesto a Google «What happened to the dinosaurs?» («Cosa è successo ai dinosauri?»), il primo link apparso lo ha indirizzato verso un sito creazionista.451 Un po’ perplesso, ho provato a fare la stessa ricerca in francese. Ecco il quartetto vincente: (1) un blog creazionista, nel quale si poteva leggere che «la testimonianza dei fossili non conferma dunque la teoria dell’evoluzione»;452 (2) un sito creazionista che spiega «[che] non esiste alcuna prova di alcuna sorta che permetta di affermare che il mondo e i suoi strati di fossili siano vecchi milioni di anni»;453 (3) un sito d’informazione che parlava della fine di Nortel, un «dinosauro» delle telecomunicazioni;454 (4) la homepage di un sito proselitista cristiano nel quale c’è un articolo che spiega: «I dinosauri e la Bibbia vanno d’accordo, ma i dinosauri e l’evoluzione no».455

Insomma, in materia di ricerca documentaria, meglio non fare troppo affidamento su Google e simili per separare il grano dal loglio. Ciò è tanto più vero dal momento che l’esempio qui riportato non è né isolato né sorprendente, ma è inscritto nell’«idiozia» stessa dei motori di ricerca. Infatti, per pronunciarsi sulla credibilità di una fonte, bisogna non solo analizzarla minuziosamente, ma anche confrontarla ad altri elementi fattuali disponibili. Ciò significa che l’esaminatore deve comprendere e soppesare l’insieme degli argomenti presentati. Nessuna macchina sa fare questo, almeno per il momento.j E quello che è vero per la macchina lo è anche, ahinoi, per i soggetti ingenui, nel senso che non ci può essere comprensione fattuale, spirito critico, attitudine alla classificazione dei dati o potere di sintesi senza un’acuta competenza disciplinare.456, 457, 458 In altre parole, in queste materie, le competenze «generali» non esistono.459 Inoltre, i tentativi fatti



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