Il preludio a Dune 3: I ribelli dell'impero by Brian Herbert e Kevin J. Anderson

Il preludio a Dune 3: I ribelli dell'impero by Brian Herbert e Kevin J. Anderson

autore:Brian Herbert e Kevin J. Anderson [Anderson, Brian Herbert e Kevin J.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-09-29T00:00:00+00:00


27

In ogni momento l’ignoto ci circonda. È proprio lì che cerchiamo la CONOSCENZA.

MADRE SUPERIORA RAQUELLA BERTO-ANIRUL, Discorso contro la paura

Nello splendido portico del Mimo del palazzo imperiale, lady Anirul Corrino s’intratteneva con una delegazione della corte di Shaddam. Ognuno indossava abiti dispendiosi, alcuni assurdamente pacchiani, e tutti aspettavano l’arrivo di un altro dignitario. Prassi quotidiana… ma quest’ospite era diverso.

Il conte Hasimir Fenring era sempre stato un ospite pericoloso.

Lady Anirul socchiuse gli occhi nella sempre impeccabile luce del mattino di Kaitain e guardò colibrì ammaestrati svolazzare sui fiori. Dall’orbita, i vigili satelliti di controllo meteorologico manipolavano il flusso delle masse di aria calda e fredda per mantenere intorno al palazzo un clima ottimale. Sulle guance Anirul sentì il delicato bacio della tiepida brezza, il giusto accento in una giornata perfetta.

Perfetta… a parte l’arrivo del conte Fenring. Anche se aveva sposato una Bene Gesserit, scaltra quanto lui, Fenring faceva sempre accapponare la pelle a Anirul: era circondato da un’aura di sangue versato che la turbava. In qualità di Madre segreta del Kwisatz, lei conosceva ogni particolare del piano genetico delle Bene Gesserit, sapeva che il conte era stato procreato come potenziale Kwisatz Haderach in un ramo collaterale del programma; ma in lui erano stati trovati dei difetti che l’avevano reso un vicolo cieco biologico.

Fenring però possedeva una mente di straordinaria acutezza e una pericolosa ambizione. Per quanto trascorresse la maggior parte del tempo su Arrakis in veste di ministro della spezia, manteneva sotto controllo l’amico d’infanzia Shaddam. Anirul era risentita per quella influenza che neppure lei, moglie dell’imperatore, poteva vantare.

Con un rumoroso sferragliare, una carrozza aperta, tirata da due dorati leoni di Harmonthep, si avvicinò ai cancelli del palazzo. Le guardie fecero cenno al conte di entrare e la carrozza percorse il viale circolare, con un risuonare di ruote e di enormi zampe dalla ferratura in lega. Valletti accorsero ad aprire la portiera smaltata della carrozza. Anirul, in compagnia delle sue damigelle, rimase in attesa, sorridendo con la fissità di una statua.

Fenring scese sull’ardesia del portico. Per l’udienza si era abbigliato con redingote nera, cappello a cilindro, fusciacca cremisi e oro, e sfoggiava i vistosi emblemi della carica. L’imperatore ammirava gli ornamenti regali e il conte si divertiva ad accontentarlo.

Si tolse il cappello e rivolse un inchino a Anirul; poi la guardò con occhi grandi e scintillanti. ― Milady Anirul, è un piacere vederti, mmm.

― Conte Fenring ― rispose Anirul, con un semplice inchino e un amabile sorriso. ― Benvenuto a Kaitain.

Senza altre parole né un minimo di cortesia, Fenring si ricoprì la testa deforme con il cappello e passò davanti a Anirul per un’immediata udienza dall’imperatore. Anirul lo seguì a distanza, affiancata da altri pavoni di corte.

Fenring aveva accesso diretto a Shaddam, e a Anirul parve chiaro che non gli importava se a lei era antipatico e non si domandava a che cosa fosse dovuta quell’antipatia. Non sapeva d’avere fallito nel piano genetico e ignorava il potenziale di ciò che aveva perduto.

D’accordo con la consorella Margot Rashino-Zea, da lui in seguito



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