Il purgatorio dell'angelo. Confessioni per il commissario Ricciardi by Maurizio de Giovanni

Il purgatorio dell'angelo. Confessioni per il commissario Ricciardi by Maurizio de Giovanni

autore:Maurizio de Giovanni
La lingua: ita
Format: mobi, azw3, epub
Tags: Mystery & Detective, Fiction
ISBN: 9788806231361
editore: Einaudi
pubblicato: 2018-01-14T23:00:00+00:00


XXIV.

Maione si avvicinò alla stanza dove si radunavano le guardie che dovevano entrare in servizio. Era un ambiente spazioso che fungeva da spogliatoio, con qualche attaccapanni e un paio di lunghe panche di legno, un tavolo al centro e alcune sedie malferme. Alla parete, un foglio di giornale con l’immagine della Madonna, un crocifisso e, su una mensola, un vecchio vaso opaco in cui, ogni tanto, veniva posto un fiore: il modo dei poliziotti di raccomandarsi a Qualcuno.

In quella stanza, che all’occorrenza diventava un po’ mensa e un po’ cappella, un po’ dormitorio e un po’ sala riunioni, si affrontavano anche le questioni operative. In quel momento era in corso una discussione, ed era anche abbastanza animata. Maione si fermò accanto alla porta socchiusa, perché aveva udito pronunciare il proprio nome.

A parlare, il brigadiere lo riconobbe immediatamente, era Donnarumma, una guardia anziana che si distingueva per l’assoluta mancanza di voglia di lavorare.

– Maione, Maione, sempre Maione. Tu sei l’ultimo arrivato e non comandi niente, hai capito? Sei ’nu guaglione e devi fare ’o guaglione! Mai possibile che dopo tanti anni qua dentro uno si deve sentire dire da un muccusiello quello che deve fare?

A rispondergli fu la voce di Felice:

– Donnaru’, io non voglio comandare proprio niente. E se nomino il brigadiere è perché la volontà sua, come la mia, è di acchiapparli, a ’sti maledetti rapinatori. Ma non vi dà fastidio pure a voi che ci sfottono in questa maniera? Che la gente di Chiaia non parla d’altro e ci ridono appresso?

Rispose Antonelli, un altro dei piú anziani:

– Questo è vero. Ieri mi sono fermato a un caffè a via Alabardieri e quello dietro al banco mi ha chiesto: Antone’, sai per caso a che ora e dove ci sta la prossima rapina? Cosí per tornarmene a casa evito la strada.

Maione sentí ridere; là dentro doveva esserci una mezza dozzina di guardie.

Felice riprese:

– Ecco, qua sta la differenza: per me non c’è niente da ridere. Io intendo sposarmi e avere figli come ce li avete voi, e non voglio mai che si trovano in mezzo a una cosa come questa. Voi sí? Guardate, la vedete la mia ferita? A me non mi è piaciuto proprio, finire a terra col sangue in faccia. E mi prudono le mani al pensiero. Perciò non c’entra il brigadiere, che pure è un uomo meraviglioso e lo dovremmo tenere come esempio: è una questione che ci riguarda tutti. Siamo noi contro quattro delinquenti. Chi è meglio, noi o loro?

Al brigadiere tremava il cuore per l’orgoglio. Un esempio, l’aveva definito. E quelle parole! Dimostrava passione, lucidità, fermezza. Il ragazzo sarebbe stato un meraviglioso brigadiere.

Dopo un attimo di silenzio parlò di nuovo Donnarumma:

– E va bene, guaglio’, hai ragione. Muoviamoci. Passami quel foglio: è là che stanno scritti i percorsi e gli orari delle ronde, no? E speriamo che questa volta non ci prendono di nuovo per il naso.

Felice replicò con voce sicura:

– Bravo, Donnaru’, ben detto. Venite, ché vi spiego come ci organizziamo. I giri li ho concordati proprio col brigadiere, vedrete che oggi li freghiamo noi a loro.



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