Il sogno del cammino by Sconosciuto

Il sogno del cammino by Sconosciuto

autore:Sconosciuto
La lingua: ita
Format: epub
editore: Aboca
pubblicato: 2022-09-08T00:00:00+00:00


L’ho presa alla lontana, perché il nostro camminare viene da lontano ed è frutto di un drammatico e incontrollabile superamento di soglia e di un’invenzione. Perché noi, con la nostra visione storicistica, progressista e orizzontale del succedersi degli avvenimenti del mondo diamo per scontate molte cose che scontate non sono, che sono avvenute in un modo ma che avrebbero potuto avvenire in tutt’altro modo. E perché tutto questo è impresso da qualche parte nei nostri corpi e nelle nostre cortecce cerebrali e, forse, ci ricongiungiamo a esso quando – come gli antichi uomini che si sono disseminati attraverso il mondo spostandosi a piedi generazione dopo generazione – compiamo dei lunghi cammini sopra la linea dell’orizzonte e vediamo scorrere intorno a noi visioni di mondo che non avevamo mai visto prima e che hanno quindi l’aspetto di apparizioni. Perché il mondo è un’apparizione. Perché dobbiamo ricominciare a vederlo per quello che è: un’apparizione. Con lo stesso sentimento che fa dire a Thoreau: “Dovremmo avanzare, anche sul percorso più breve, con imperituro spirito di avventura, come se non dovessimo mai fare ritorno, preparati a rimandare, come reliquie, i nostri cuori imbalsamati nei nostri desolati regni.” E ancora: “Lo spirito eroico e cavalleresco che apparteneva un tempo al Cavaliere sembra ora rivivere, o forse avere sedimentato, nel Camminatore; non il Cavaliere, ma il Camminatore Errante. Egli rappresenta una sorta di quarto stato, al di fuori della Chiesa, della Nazione e del Popolo.”

Negli ultimi dieci anni, in età già avanzata, ho compiuto molti lunghi cammini, anche di migliaia di chilometri, in Italia e all’estero. Ho camminato con altri camminatori sognatori costeggiando le montagne della ex Jugoslavia ancora disseminate di un milione di mine inesplose, attraverso città e paesi pieni di case crivellate da proiettili di mitragliatrici e cannoni, ho attraversato a piedi le Alpi tra barriere di neve e su propaggini di ghiacciai, ho camminato sotto la pioggia battente nelle foreste di abeti rossi della Bassa Sassonia, sotto la grandine e i fulmini della Sardegna, attraverso le fiumare gelide e le montagne dell’Aspromonte sui cui sentieri si indovinavano le orme dei lupi, oppure nel caldo torrido e sotto un sole spietato, attraverso interminabili zone di baraccopoli e discariche piene di macchine abbandonate e incendiate, lavatrici sfondate, vestiti da donna scoloriti e stracciati, scarpe dagli alti tacchi spezzati, bambole sbudellate, carcasse di animali macellati clandestinamente, mentre nel cielo volteggiavano grandi uccelli rapaci, prima di entrare nella sterminata e abbacinata città di Atene, antica culla dell’Occidente.

Ma non sono stato sempre un camminatore. Nella prima parte della mia vita ho avuto grande difficoltà a camminare. Era come se le mie gambe magre e forse non completamente sviluppate a causa della stretta fasciatura in cui erano state imprigionate nei primi mesi della mia esistenza non mi potessero o volessero portare. Stavo sempre immobile, silenzioso, perché facevo anche fatica a parlare. Molti anni dopo mia madre una volta mi ha detto, in dialetto: “Eri buono, eri come una bestiolina, io ti mettevo lì e tu ci stavi, non ti muovevi”.



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