J.R.R. Tolkien by I Lai del Beleriand

J.R.R. Tolkien by I Lai del Beleriand

autore:I Lai del Beleriand
Format: epub


Commento al canto III

In questo canto vi sono molte cose che derivano dal Racconto di Tinúviel (II.17 ss.): i castagni, le falene bianche, la luna che sorge, l’improvviso interrompersi della musica del flauto di Dairon, la riluttanza di Tinúviel a fuggire, il suo nascondersi sotto le cicute come bianchi spruzzi di luce lunare (vedi II.19, “pareva una macchia di luce lunare che risplendesse”), Beren che tocca il suo braccio, la corsa di lei fra i tronchi degli alberi e, poi, il “poggio di pietra ch’è senz’alberi” dove ella danzava durante l’inverno. Il canto è però collegato anche alla poesia Lieve come foglia su un tiglio (vedi pp. 142-144, 156-158), che era stata pubblicata nel giugno 1925, mentre questa sezione del Lai del Leithian fu scritta un po’ più tardi quel medesimo anno. Echi della prima poesia si odono nel poema, e più che un’eco è il verso ed ei danzò, svelto e incurante, che si trova in entrambi i testi (p. 143, v. 447; p. 233, v. 728).

I nomi anomali dei primi due canti di A sono ora scomparsi dal testo. Nel secondo canto, mio padre aveva già restituito il nome Celegorm al figlio di Fëanor (nota al v. 306) e ora Thingol appare in A; Lúthien sostituisce Melilot; e Beren sostituisce Maglor. Morgoth sostituisce ora Bauglir in A (vedi p. 221).

In entrambi i testi, Tinúviel è ora, in modo esplicito, la parola elfica per “usignolo” (v. 738; vedi p. 160); e Maglor, sempre in entrambi i testi, è il nome di uno dei più grandi cantori di Elfinesse:

lui che suona l’arpa sulle remote

spiagge obliate e le rive oscure

ove per sempre ruggisce la spuma d’occidente,

Maglor, la cui voce è come il mare(507-510)

Nell’abbozzo di questo passo, il nome del menestrello, però, è Ivárë (sebbene Maglor vi sia scritto di fianco) e Ivárë è nominato nel Racconto di Tinúviel (II.17), assieme a Tinfang e Dairon, come uno dei “tre musicisti più magici degli Elfi”, colui che “suona vicino al mare”. Questo è il primo accenno della storia successiva di Maglor, figlio di Fëanor, il quale, nel Racconto della Nauglafring (II.299) fu ucciso, come ucciso fu Celegorm, durante l’assalto a Dior. I versi di A, omessi in B (nota al v. 509) sono interessanti:

dall’Inghilterra sino a Eglamar,

per rocce e dune e strisce di sabbia

La forma Eglamar (in lingua gnomica = Eldamar) compare nella poesia, scritta molto tempo prima, Le rive di Faëry e nella sua prefazione in prosa (II.327, 331, 339); e il medesimo verso dall’Inghilterra sino a Eglamar si trova nell’abbozzo dell’inizio del Lai (nota ai vv. 1-30). La menzione all’Inghilterra ci ricorda che, in questo periodo, era ancora ben vivo il collegamento delle leggende con Eriol/Ælfwine, sebbene non vi siano più riferimenti a ciò nel Lai del Leithian.

Tinfang Trillo riappare dai Racconti perduti al v. 504, modificato in Tinfang Gelion; il significato di Gelion non è spiegato.

In un aspetto soltanto la narrazione del canto si discosta in modo significativo dalla comune “tradizione” dei testi, ma quest’aspetto è degno di nota: alla



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