La Bibbia ha (quasi) sempre ragione by Gioele Dix

La Bibbia ha (quasi) sempre ragione by Gioele Dix

autore:Gioele Dix
La lingua: ita
Format: azw3
Tags: Humor, General
ISBN: 9788804576914
editore: Mondadori
pubblicato: 2008-10-14T22:00:00+00:00


6

Giacobbe e Rachele,

un vero colpo di fulmine

Giacobbe non è un uomo votato all'avventura.

Se potesse, se ne starebbe tutto il giorno seduto all'ombra a pensare ai fatti suoi. L'unica vera passione che vorrebbe coltivare è quella per la cucina.

Sarebbe l'ideale titolare di uno di quei ristorantini un po' fuori mano, con pochi tavoli, una buona carta dei vini e menù creativo: stufato di bue alla salsa di ribes, soppressata di cammello all'aceto balsamico, focaccette di segale con fonduta di caprino di fossa e ovviamente minestra di lenticchie con porri, tartufo, rabarbaro e canditi (è solo per fare un esempio).

Ma, purtroppo per lui, le vicende familiari lo costringono a inventarsi viaggiatore.

All'inizio del capitolo 28 della Genesi, Giacobbe parte per Paddan-Aram.

Il suo non è un viaggio di piacere, ma più precisamente una fuga.

Proprio così. Il nostro futuro patriarca scappa di casa perché si rende conto che il fratello Esaù, esausto di discutere con lui sulla questione della primogenitura, ha in mente una soluzione radicale al problema: ucciderlo.

Quello che Giacobbe non può certo sapere è che, proprio grazie a quella poco onorevole ritirata, farà presto l' incontro più sconvolgente della sua vita.

Ma andiamo con ordine.

Giacobbe intanto, partito da Bersabea, si diresse verso Caran. E giunse in quel luogo dove passò la notte, perché il sole era già tramontato.

Dunque, Giacobbe è in viaggio verso Caran, giunge al tramonto in una località imprecisata e decide di fermarsi a dormire.

Ma evidentemente tutti gli alberghi sono pieni e non trova posto da nessuna parte, neanche una singola in una pensione.

Solo chi viaggia molto per lavoro sa che è buona regola prenotare.

(Noi attori, quando siamo in tournée, lo facciamo sempre.)

Forse a Caran c'è una qualche fiera e le aziende hanno occupato le camere per i loro dirigenti e rappresentanti con molti mesi di anticipo.

(Noi attori, quando siamo in tournée, non facciamo che trovare una qualche fiera e aziende che hanno occupato le camere con mesi di anticipo.)

Che fare? Chiunque, al suo posto, andrebbe a cercare una sistemazione altrove.

Alla peggio uno pensa: dormo in auto, mica posso bivaccare per strada.

Ma Giacobbe non è tipo da farsi troppi problemi.

Prese una delle pietre del posto, se la pose come capezzale e in quello stesso luogo si coricò.

Proprio così: lui decide di bivaccare (in effetti però gli manca l'opzione auto).

Sceglie una pietra – liscia e angolata, immagino – decide di considerarla come un cuscino e si sdraia per terra, poggiandovi sopra la testa.

Dopo pochi istanti si addormenta, di sasso naturalmente.

Mi piace immaginarlo così, frugale e adattabile, accovacciato per strada, sereno nel suo anticonformismo, come si trattasse di un vecchio hippy o di un giovane no-global (e non ha nemmeno il sacco a pelo).

Dorme così profondamente che

fece un sogno: ed ecco una scala era poggiata sulla terra e la sua cima arrivava fino al cielo. Ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano per essa. Ed ecco, il Signore stava sopra di essa...

Un sogno straordinario, irripetibile. Di quelli che non si dimenticano di certo al risveglio. Del resto Giacobbe non è mica un ometto qualunque, è il futuro grande patriarca dal quale discenderanno le dodici tribù di Israele.



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