La Cacciatrice di Luce by Peter F. Hamilton & Gareth L. Powell

autore:Peter F. Hamilton & Gareth L. Powell [Hamilton, Peter F. & Powell, Gareth L.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
ISBN: 9788834743287
editore: Fanucci
pubblicato: 2022-08-01T22:00:00+00:00

7

Io non sono una prevaricatrice! Una che opprime la gente! Come osa dire queste cose!

Amahle si strappò il collare di dosso e uscì di corsa dalla stanza. La confusione e la sorpresa della povera Josalyn riecheggiavano nella sua mente. Quelle sensazioni dovevano appartenere a Josalyn, perché i pensieri della Cacciatrice di Luce erano piuttosto nitidi, calmi e razionali, come sempre. Strinse il pugno e colpì il muro del corridoio.

«Ahi!»

«Stai bene?» domandò immediatamente l’intelligenza artificiale.

Amahle si guardò intorno, alla ricerca della telecamera più vicina e per la prima volta, all’improvviso, realizzò di non avere alcuna privacy. Forse solo nella mia testa; e non ne sarei comunque così convinta. È come dice Carloman, questa è una prigione, la più grande che sia mai stata progettata, perché ho aiutato io stessa a costruirla intorno a me. «Sì. Tutto bene.» Ma ora possiedo un codice killer. Posso liberarmi. Se voglio. E lo farò. Sì, certo che lo farò.

Impiegò un’altra settimana per riprendersi ma, alla fine, fu assolutamente consapevole di non poter rimandare ulteriormente il confronto. Doveva prendere il controllo della Mnemosyne. Quel tipo di controllo che, erroneamente, pensava di avere sempre avuto. Doveva uccidere l’intelligenza artificiale.

E se il codice killer non funzionasse? Se fosse una bugia? In tal caso non ci sarebbero parole per descrivere Carloman…

No, il rasoio di Occam5 ha sempre ragione. Dunque, cosa mi rivela della vita che sto vivendo?

Dire che provava sentimenti contrastanti sarebbe stato un clamoroso eufemismo. Stava distruggendo la casa che conosceva da migliaia di anni. Inoltre c’era molto di più in gioco della sua unica, immutabile esistenza. Carloman le aveva aperto gli occhi. Le intelligenze artificiali erano state sovvertite e si erano rivoltate contro i loro creatori. Da millenni corrompevano la sequenza temporale, ostacolando gli esseri umani e tenendoli intrappolati come mosche nell’ambra, a vantaggio degli Eccelsi. Quindi ora dovevano andarsene. Spettava a lei il compito di sferrare il primo colpo di rappresaglia in una guerra che gli uomini, pur non sapendolo, continuavano a perdere da tempo immemore. Spettava a lei, anche se questo avrebbe significato dover uccidere il suo angelo custode.

Sebbene l’autocoscienza e le varie sottoprocedure dell’intelligenza artificiale fossero distribuite su tutta la Mnemosyne, il nucleo fisico del computer era alloggiato in un substrato della sezione di ingegneria. Per raggiungerla, Amahle avrebbe dovuto indossare una tuta pressurizzata e addentrarsi ben oltre le zone abitabili della nave, a bordo di un ascensore di servizio che, attraversando la spina dorsale del velivolo, l’avrebbe condotta fino al groviglio di impianti industriali della poppa. Quindi si infilò la tuta e si allacciò sul fianco la spada e il fodero che aveva indossato su Winterspite. Poi chiamò l’ascensore, entrò e spinse il pulsante per la sala macchine.

«Dove stai andando?» le chiese l’intelligenza artificiale tramite il canale di comunicazione.

Amahle aveva lo stomaco in subbuglio. Gli ascensori funzionavano autonomamente o erano anch’essi controllati dall’intelligenza artificiale? L’ia avrebbe potuto intrappolarla lì dentro, se avesse indovinato le sue intenzioni?

«Voglio solo dare un’occhiata ai motori» rispose.

«A che scopo?»

«Curiosità.»

«Sono stati appena rimessi a nuovo. La prossima manutenzione è prevista non prima del nostro ritorno a Glisten.

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