La corsa della tartaruga by Enzo Verrengia

La corsa della tartaruga by Enzo Verrengia

autore:Enzo Verrengia [Enzo Verrengia]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-02-27T23:00:00+00:00


Da ragazzo, nei “favolosi” anni Sessanta, passavo le domeniche nei cinema di periferia, a vedere imitazioni scalcinate dei film di James Bond. Quello che mancava in effetti speciali, lo aggiungevano in violenza. Non la sopportavo, perciò quando arrivava la scena della tortura all’agente segreto andavo al cesso o a comprare le gassose.

Ora non potevo fare nessuna delle due cose. Lo scoprii riavendomi.

Ero legato a una specie di sedia da barbiere, nudo e immobilizzato per la vita, i polsi e le caviglie da strisce di cuoio. Avrei fatto un figurone su una rivista sadomaso. L’unica luce veniva da una lampadina da pochi watt che serviva solo a mostrarmi il triste spettacolo di me stesso. Faceva freddo ed ero accaldato: la giusta combinazione per una bronchite. Eppure l’avrei preferita a quello che mi aspettava. Di sicuro non ero lì per una cerimonia ufficiale di benvenuto e relativa consegna di doni. Non sapevo se era una cella o una grotta, ma puzzava che al confronto una fogna sarebbe sembrata un serbatoio di Chanel n. 5.

Il cigolio di una porticina di ferro perforò ciò che mi restava dei timpani dopo le esplosioni nel deserto. Entrò un signore, si fa per dire, con la divisa da generale.

– Credevo che il più alto grado nazionale fosse quello di colonnello – gli dissi per rompere il ghiaccio.

– Lei è conciato male – osservò in un ottimo italiano.

– Me n’ero accorto.

– Parlo della sua missione. Se fosse divulgata, avrebbe un effetto negativo sul vertice.

– Che vertice?

– Il suo Ministro degli Esteri ci viene a trovare la prossima settimana. È la prima visita di cortesia italiana dopo anni di rapporti non molto cordiali.

Non ne sapevo niente. Ecco perché la diplomazia ufficiale e quella segreta finiscono per pestarsi i piedi a vicenda. Che senso aveva incontrare i nordafricani adesso? Speravamo di convincerli a rispedire in Unione Sovietica i cacciabombardieri in cambio di un pacchetto azionario nelle partecipazioni statali?

– Dica al suo governo di approfittare dell’occasione – consigliai. – Mi si lasci andare con una nota ufficiale di scuse.

– Lei è già morto – mi annunziò. – Lo abbiamo comunicato ufficialmente al suo governo, con una nota ufficiale di protesta. Non digeriamo facilmente l’invio nel nostro Paese di una spia con incarichi di sabotaggio e sovversione.

– Perché, voialtri con quegli aerei che volete fare, un club di appassionati del volo?

– Io ero il suo contatto. Non capisce che voi italiani non avete nessuna possibilità di spuntarla contro di noi? Abbiamo imparato la lezione guardando le vostre partite di calcio: giochiamo sempre di anticipo. Sapevamo che l’arrivo dei Sukhoi vi avrebbe fatto rizzare i capelli e a Roma abbiamo manovrato i nostri agenti per farvi credere alla possibilità di un contatto qui da noi. Mi sono divertito a vederla aspettare per tre giorni.

– Poi, sulla terrazza dell’albergo ha deciso di cambiare gioco.

– No. È stata la Sicurezza che ha cominciato a interferire. Loro sono dei retrogradi, che controllano la polizia e il controspionaggio. Non hanno pensato che a ucciderla, fin dall’inizio. Noi



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