La famiglia adolescente by Massimo Ammaniti

La famiglia adolescente by Massimo Ammaniti

autore:Massimo Ammaniti [Ammaniti, M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economica Laterza
ISBN: 123
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2016-01-24T05:00:00+00:00


15 D. Foster Wallace, Il suicidio come una specie di presente, in Brevi interviste con uomini schifosi, Einaudi, Torino 2000.

10.

Padri e figli

Molti della mia generazione sono stati segnati dalla lettura della Lettera al padre di Franz Kafka, che racconta l’esperienza di molti di noi con un padre che si mostra inarrivabile. Una figura ingombrante, di cui Kafka non riusciva a liberarsi:

Ancora dopo anni mi impauriva la tormentosa fantasia che l’uomo gigantesco, mio padre, l’ultima istanza, potesse arrivare nella notte senza motivo e portarmi dal letto sul ballatoio, e che dunque io ero per lui una totale nullità16.

Era il padre dalla cui bocca, a commento delle nostre azioni, uscivano sempre le stesse parole: «Ho altro per la testa io». «Ho visto di meglio». «Se i tuoi pensieri son tutti qui», come riporta Kafka.

Noi siamo stati la generazione educata dalla legge del padre, una legge che prevedeva quasi sempre il no. Il nostro era il padre edipico, colui che esercitava il potere sull’intera famiglia, imponendo ai figli la castrazione simbolica, ossia la rinuncia al loro desiderio. Il no serviva a garantire l’ordine, in famiglia e fuori.

Quando siamo diventati padri sapevamo una sola cosa: non volevamo essere per i nostri figli quello che nostro padre era stato per noi. Non volevamo che nostro figlio si sentisse inadeguato e senza fiducia in sé stesso, schiacciato da un immenso senso di colpa per tutto ciò che non riusciva ad essere, come era capitato a tanti di noi.

Né volevamo che nostro figlio vedesse nell’allontanamento da noi l’unica chance per sentirsi libero, fino al punto di vedere nel matrimonio la sicurezza dell’indipendenza raggiunta, simbolo tangibile della parità raggiunta con il padre. A proposito del matrimonio Kafka scrive:

Io avrei una famiglia, vale a dire la meta più alta che a mio avviso si possa raggiungere, una meta che tu hai raggiunto, e quindi saremmo alla pari, [...] io diventerei un figlio libero, riconoscente, incolpevole, sincero, e tu un padre rasserenato, non dispotico, comprensivo, soddisfatto17.

Ma una volta attaccato alla radice l’apparato simbolico che sosteneva la società patriarcale, quale padre siamo riusciti a rappresentare? Qual è la figura che gli abbiamo sostituito? Come già spiegava Jacques Lacan in un famoso discorso del 1968, la nostra è l’epoca dell’«evaporazione del padre».

Michele Serra nel suo romanzo Gli sdraiati racconta efficacemente la condizione del padre, i dubbi continui che lo attraversano nell’educazione di un figlio, la misura con cui rapportarsi a lui.

In certe cupe riflessioni serali, mentre tu eri sparito nel tuo altrove e io rinchiuso nella mia impotenza, ho temuto di aver abdicato, come padre, e di averlo fatto per comodità e pigrizia. Ma al tempo stesso valutavo l’insincerità che mi sarebbe stata necessaria per fingermi depositario di un ordine vero, articolato in regole ferree e punizioni esemplari. Tra il simulare un’autorità ben strutturata ma finta, ed esercitarne una gracile e fluttuante, però autentica, che cosa è peggio? Dimmi, chi preferisci ritrovarti di fronte: uno che parla una lingua chiara ma non è la sua, oppure uno che parla proprio la sua



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