Le Grandi Storie della Fantascienza 2 (1940) by Isaac Asimov

Le Grandi Storie della Fantascienza 2 (1940) by Isaac Asimov

autore:Isaac Asimov [Asimov, Isaac]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L'essere, dissolto a forza, lanciò un urlo. L'urlo si smorzò in un singulto; poi silenzio. Una complessa macchina di metallo lucente stava sulla grande distesa grigiobruna di sabbia e di metallo assoluto.

Il metallo splendette; e poi la macchina s'innalzò nell'aria. Si sollevò fino alla punta della freccia, si posò sopra la fiamma verde di ieis.

Brender attivò di scatto lo schermo antigravità e balzò in piedi. Quel movimento violento lo scagliò nell'aria per una trentina di metri. I razzi crepitarono in raffiche di fiamma: dovette stringere i denti per resistere al tormento dell'accelerazione.

Sotto di lui, la grande porta incominciò a ruotare, a svitarsi, sempre più rapidamente, come un volano. La sabbia turbinava in tutte le direzioni, in una tempesta in miniatura.

Al culmine dell'accelerazione, Brender sfrecciò a lato.

Appena in tempo. Prima la macchina-robot fu scagliata lontano dal gigantesco volano dalla forza centrifuga. Poi la porta si staccò e, roteando a velocità incredibile, saettò in verticale nell'aria e svanì nello spazio.

Uno sbuffo di polvere nera salì dalla tenebra della cripta. Dominando l'orrore, e tuttavia madido del sudore di uno spaventoso sollievo, Brender sfrecciò verso il robot che era caduto nella sabbia.

Non c'era una macchina di metallo luccicante, ma un rottame reso opaco dal tempo. Il metallo scuro fluì, torpidamente, assunse una forma quasi umana. La carne rimase grigia, ondulata, quasi stesse per disgregarsi per l'immensa vecchiaia. La cosa tentò di alzarsi sulle orribili gambe rugose, ma finalmente rimase immota. Le labbra si mossero, mormorarono:

«Ho captato il tuo pensiero d'avvertimento, ma ho fatto in modo che loro non sapessero. Ora Kalorn è morto. Hanno compreso la verità mentre accadeva. È venuta la fine del Tempo...»

Balbettò, tacque, e Brender continuò: «Sì, la fine del Tempo è venuta quando il flusso è diventato momentaneamente meno che eterno... quando è pervenuto al punto di fattorizzazione che si è verificato pochi minuti fa».

«Io ero... solo in parte... sotto la sua... influenza, Kalorn lo era completamente... Anche se avranno fortuna... trascorreranno anni prima che... inventino un'altra macchina... e uno dei loro anni è miliardi... dei tuoi... Non gliel'ho detto... ho captato il tuo pensiero... e gliel'ho tenuto... nascosto...»

«Ma perché l'hai fatto? Perché?»

«Perché mi facevano soffrire. Volevano distruggermi. Perché... mi piaceva... essere umano. Ero... qualcuno!»

La carne si dissolse. Fluì lentamente in una pozzanghera grigia, densa come lava. La lava si increspò, si sgretolò in frammenti fragili. Brender ne sfiorò uno. Si sbriciolò in una finissima polvere grigia. Guardò quella tetra, deserta valle di sabbia e disse a voce alta, pietosamente:

«Povero mostro».

Si avviò verso l'astronave lontana, verso il fulmineo viaggio di ritorno alla Terra. Quando scese dalla nave, pochi minuti dopo, una delle prime persone che vide fu Pamela.

Lei gli volò tra le braccia. «Oh, Jim, Jim», singhiozzò. «Che sciocca sono stata! Quando ho saputo quel che era successo, e ho capito che eri in pericolo, io... oh, Jim!»

Più tardi, lui le avrebbe parlato della loro nuova, immensa ricchezza.



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