LE GRANDI STORIE DELLA FANTASCIENZA 5 (1943) by Isaac Asimov

LE GRANDI STORIE DELLA FANTASCIENZA 5 (1943) by Isaac Asimov

autore:Isaac Asimov [Asimov, Isaac]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: italiano, no cover, 1940, archivio italiano
pubblicato: 2012-02-07T11:20:10+00:00


V - Il nono uomo

Jane Gordon, più bella che mai, gli andò incontro sulla porta. Sorrideva, ma il suo sorriso divenne preoccupato quando lui entrò in casa e fu illuminato dalla luce.

«Rod!» esclamò la ragazza. «Ma tu stai male, davvero. Cos'altro hai fatto, oltre a saltare i pasti?»

Rod Caquer si sforzò di sorriderle.

«Mi sono messo a correre in tondo nei vicoli ciechi, Ghiacciolo. Posso usare il tuo visifono?»

«Naturalmente. Ti ho preparato qualcosa da mangiare. Te lo metto in tavola intanto che telefoni. Papà sta facendo un sonnellino. Ha detto di svegliarlo quando saresti arrivato, ma aspetterò che prima hai mangiato.»

La ragazza corse in cucina. Caquer si lasciò quasi cadere sulla sedia davanti al visischermo e chiamò la stazione di polizia. Sull'apparecchio comparve il viso sanguigno di Borgesen, il tenente del servizio notturno.

«Salve, Borg,» disse Caquer. «Senti, per quei sette mattoidi...»

«Nove,» lo interruppe Borgesen. «Abbiamo preso gli altri due e vorrei non averlo fatto. Qui stiamo dando i numeri adesso.»

«Vuole dire che gli altri due ci hanno riprovato?»

«No, per mille asteroidi. Sono venuti qui e si sono consegnati. Noi non abbiamo potuto sbatterli fuori perché ci sono delle accuse contro di loro, ma adesso stanno confessando a tutto spiano. E sa cosa stanno confessando?»

«Ascolto,» fece Caquer.

«Che li ha pagati lei, offrendo loro cento crediti a testa.»

«Uh?»

Borgesen scoppiò in una risata nevrotica. «Lo sostengono i due che si sono presentati volontariamente e anche gli altri sette... accidenti, ma perché ho voluto fare il poliziotto? Avevo la possibilità di fare il pompiere e lo spaziale e sono finito a fare questo mestieraccio!»

«Senta... forse è meglio che venga lì per vedere se osano sostenere l'accusa anche con un confronto diretto.»

«Probabilmente lo farebbero, ma non significa niente, Rod. Dicono che lei li ha incaricati oggi pomeriggio e lei è stato tutto il pomeriggio con Brager da Deem. Rod, questa luna sta impazzendo. E io pure. Walter Johnson è scomparso. È da stamane che non lo si è più visto.»

«Cosa? Il segretario particolare del Reggente? Ma mi vuole prendere in giro, Borg?»

«Vorrei che fosse così. Lei dovrebbe essere contento di non essere di servizio. Maxon ha sollevato un caos d'inferno perché gli rintracciamo il suo segretario. E non gli piace neppure il caso Deem. Sembra che ce ne faccia una colpa. Dice che il dipartimento ci fa già una figuraccia se si permette che un uomo venga ucciso una volta. Ma quale dei due era Deem, Rod? Ha qualche idea?»

Caquer sorrise debolmente.

«Finché non lo avremo scoperto, chiamiamoli Deem e Redeem,» suggerì. «Io penso che entrambi fossero Deem.»

«Ma com'è possibile che un uomo sia due persone?»

«E come può un uomo venire ucciso in cinque modi diversi?» ribatté Caquer. «Me lo dica e io risponderò alla sua domanda.»

«Bah!» fece Borgesen e poi se ne uscì con una frase decisamente originale. «Questo caso ha proprio qualcosa di strano.»

Caquer rideva così forte che aveva le lacrime agli occhi quando Jane venne ad avvertirlo che era pronto da mangiare. La ragazza corrugò la fronte, ma si vedeva che era preoccupata.

Caquer la seguì docilmente e scoprì di avere una fame da lupo.



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