Le Grandi Storie della Fantascienza 8 (1946) by Isaac Asimov

Le Grandi Storie della Fantascienza 8 (1946) by Isaac Asimov

autore:Isaac Asimov [Asimov, Isaac]
La lingua: eng
Format: epub
editore: ScaffaleItalia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il giorno dopo, Beudag e Starke scalarono la montagna sopra Falga. Starke la precedeva di qualche passo; e al suo avvicinarsi gli uccelli di fuoco si sparpagliarono, allontanandosi in un lampeggiare vermiglio.

Starke scavò una fossa poco profonda, e fece ciò che doveva esser fatto col corpo che vi trovò dentro, e poi, quando la tomba fu coperta da grosse pietre grige, tornò da Beudag. Sostarono fianco a fianco accanto alla tomba. Lui non si sarebbe mai aspettato di sostare in raccoglimento sopra una parte di se stesso, ma era proprio questo che stava facendo, e la mano di Beudag stringeva la sua.

D'un tratto, immobile lassù in quel punto, gli parve d'esser vecchio d'un milione di anni. Riandò col pensiero alla Terra e alla Cintura e a Giove, e alle strade del piacere tra i canali bassi di Marte a Jekkara. Ripensò allo spazio e alle navi che l'attraversavano, e a lui dentro di essa. Pensò al milione di crediti di cui si era impadronito... in quell'ultima impresa. Rise ironicamente.

«Domani farò cercare dalle creature del mare una cassetta metallica piena di crediti». Annuì solennemente rivolto alla tomba. «Lui voleva questo. O almeno pensava di volerlo. Ha perso la vita pur di ottenerlo. Così, se il popolo del mare la troverà, la farò portare quassù, sulla montagna, e seppellire sotto le pietre, fra le sue dita. Immagino sia il posto migliore».

Beudag lo trasse via. Discesero la montagna diretti al porto di Falga dove una nave li aspettava. Camminando, Starke sollevò il viso. Beudag era con lui, e le vele della nave si stavano sciogliendo al vento, e il Mare Rosso li aspettava. Cosa si trovasse sulle lontane rive, all'estremità opposta, era qualcosa che Beudag e Faolan-delle-Navi e Romna e Hugh Starke-chiamato-Conan avrebbero dovuto scoprire. Starke si sentiva dannatamente bene a quel pensiero. Proseguì con passo fermo, stringendo Beudag a sé.

E sulla montagna, mentre la nave salpava, gli uccelli di fuoco calarono sul tumulo, balzando da ogni parte, per beccare frustrati le pietre. Infine, desistettero e volarono via con stridii lamentevoli.



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