Le grandi storie della fantascienza vol. 15 by Isaac Asimov

Le grandi storie della fantascienza vol. 15 by Isaac Asimov

autore:Isaac Asimov [Asimov, Isaac]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: no cover, italiano, 1950, archivio italiano
ISBN: 9788845265044
Amazon: 8845265048
editore: Bompiani
pubblicato: 2010-01-02T00:00:00+00:00


«Ascolta» cominciò Peters. «Voglio farti qualche domanda. Tu sai dove stiamo andando. Stiamo andando verso la Luna. Fra un'ora atterreremo sul lato opposto, quello deserto. Non appena saremo atterrati, sarai consegnato a una squadra di uomini che ti sta aspettando. Il tuo corpo sarà subito distrutto, capisci?» Guardò il suo orologio. «Fra due ore le tue parti verranno sparpagliate sulla superficie lunare. Di te non rimarrà nulla».

Olham lottò per uscire dal torpore che l'aveva invaso. «Non potreste dirmi...»

«Certo, te lo dirò» annuì Peter. «Due giorni fa abbiamo ricevuto un rapporto su una nave degli Extraspazio: era riuscita a penetrare nella bolla protettiva. La nave ha trasportato a terra una spia sotto forma di un robot umanoide. Il robot doveva distruggere un particolare essere umano e prenderne il posto».

Peter fissò Olham con calma.

«Dentro il robot c'era una bomba U. Il nostro agente non sapeva quando la bomba doveva esplodere, ma riteneva che ciò potesse esser fatto pronunciando una particolare frase, un certo gruppo di parole. Il robot avrebbe vissuto la vita della persona da lui uccisa, entrando nelle sue abituali attività, nel suo lavoro, nella sua vita sociale. Era stato costruito per assomigliare perfettamente a quella persona. Nessuno avrebbe potuto accorgersi della differenza».

Il volto di Olham divenne color del gesso.

«La persona che il robot avrebbe dovuto impersonare era Spence Olham, l'alto funzionario di uno dei progetti di ricerca. Giacché questo particolare progetto si sta avvicinando allo stadio cruciale, la presenza di una bomba animata diretta verso il centro del progetto...»

Olham abbassò lo sguardo e fissò le proprie mani. «Ma io sono Olham!»

«Una volta che il robot avesse localizzato e ucciso Olham, sarebbe stato semplice prendere il suo posto e vivere la sua vita. È probabile che il robot sia stato sbarcato dalla nave otto giorni fa. È anche probabile che la sostituzione sia stata compiuta durante l'ultimo fine settimana, quando Olham è andato a fare una breve passeggiata fra le colline».

«Ma io sono Olham». Si rivolse a Nelson che sedeva ai comandi. «Non mi riconosci? Sono vent'anni che mi conosci. Non ti ricordi che siamo stati insieme all'università?»

Si alzò in piedi. «Tu ed io eravamo all'università. Avevamo la stessa stanza». Andò verso Nelson.

«Stai lontano da me!» ringhiò Nelson.

«Ascolta. Ti ricordi il secondo anno? Ti ricordi di quella ragazza? Qual era il suo nome...» Si sfregò la fronte. «Quella con i capelli scuri. Quella che abbiamo incontrato a casa di Ted».

«Basta!» Nelson agitò freneticamente la pistola. «Non voglio sentire altro. Lo hai ucciso! Tu... macchina».

Olham guardò Nelson. «Ti sbagli. Non so cosa sia successo, ma il robot non mi ha mai raggiunto. Qualcosa dev'essere andato storto. Forse la nave si è schiantata al suolo». Si girò verso Peter. «Io sono Olham. Lo so. Non è avvenuta nessuna sostituzione. Io sono quello che sono sempre stato».

Si toccò. Si passò le mani sul corpo. «Dev'esserci qualche modo per provarlo. Riportatemi sulla Terra. Un esame ai raggi X. Un esame neurologico, qualunque cosa potrà dimostrarvelo. O forse potremo trovare il relitto della nave che è naufragata».



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