McEwan Ian - 1981 - Cortesie per gli ospiti by McEwan Ian

McEwan Ian - 1981 - Cortesie per gli ospiti by McEwan Ian

autore:McEwan Ian [McEwan Ian]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General, Inglese, XX sec.
ISBN: 9788858416600
Google: 9hfGBAAAQBAJ
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2014-10-13T22:00:00+00:00


Sette

Durante i quattro giorni seguenti Colin e Mary uscirono dall’albergo solo per attraversare la strada e sedersi a un tavolo del bar galleggiante che era al sole due ore prima del loro balcone. Consumarono tutti i loro pasti in albergo, nella sala da pranzo angusta dove le bianche tovaglie inamidate, e perfino il cibo, erano macchiati di giallo e di verde per via dei vetri colorati alle finestre. Gli altri clienti erano amichevoli e curiosi, e si protendevano educatamente verso i tavoli altrui, confrontando le notizie su qualche chiesa meno conosciuta, o su una pala d’altare dell’indocile membro di una scuola rispettabile, o su un ristorante frequentato solo dalla gente del posto.

Tornando in albergo si erano tenuti sempre per mano; quella notte avevano dormito nello stesso letto. Si svegliarono stupiti di ritrovarsi abbracciati. Anche far l’amore li sorprese, perché il piacere grande e avvolgente, gli spasmi acuti e quasi dolorosi erano sensazioni, dissero quella sera sul terrazzo, che risalivano al loro incontro, sette anni prima. Come avevano potuto dimenticare cosí in fretta? Durò meno di dieci minuti. Restarono a lungo sdraiati, a guardarsi, colpiti e un po’ commossi. Andarono in bagno insieme. Fecero la doccia scherzando e insaponandosi a vicenda. Perfettamente puliti e profumati, tornarono a letto e fecero l’amore fino a mezzogiorno. La fame li trascinò fino alla minuscola sala da pranzo dove le serie conversazioni degli altri clienti li fecero ridacchiare come scolaretti. Mangiarono tre secondi in due e si divisero tre litri di vino. Si tenevano le mani attraverso il tavolo e parlavano dei loro genitori e dell’infanzia, come se si fossero appena conosciuti. Gli altri clienti li guardavano con aria di approvazione. Dopo un’assenza di tre ore e mezza, tornarono a letto, e trovarono lenzuola e federe pulite. Mentre si coccolavano si addormentarono, e quando si svegliarono sul far della sera ripeterono la breve e folgorante esperienza del mattino. Fecero di nuovo la doccia insieme, questa volta senza usare il sapone, e ascoltarono ammaliati l’uomo nel bagno di fronte, anche lui sotto la doccia, che cantava la sua aria, Mann und Weib, und Weib und Mann. Arrivarono gli aperitivi su un vassoio; in un piatto d’argento erano disposte sottili fette di limone, e una vaschetta d’argento era piena di cubetti di ghiaccio. Portarono i bicchieri sul balcone e si appoggiarono al parapetto bordato di gerani, fumando uno spino e guardando il tramonto e i passanti.

Questo fu lo schema, con qualche trascurabile variante, dei tre giorni seguenti. Anche se guardavano la grande chiesa di là dall’acqua, e di tanto in tanto menzionavano un certo ristorante consigliato da amici, o nell’afa di mezzogiorno evocavano l’ombrosa freschezza di una stradina lungo un canale poco frequentato, non fecero alcun serio tentativo di lasciare l’albergo. Nel pomeriggio del secondo giorno si vestirono per uscire, ma caddero sul letto, tirandosi via i vestiti, e ridendo della propria inanità. Restarono seduti sul balcone fino a tardi, con qualche bottiglia di vino, alla luce dell’insegna al neon che obliterava le stelle, e parlarono ancora



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