Mediterraneo conteso 2023 by Maurizio Molinari

Mediterraneo conteso 2023 by Maurizio Molinari

autore:Maurizio Molinari [Molinari, Maurizio]
La lingua: eng
Format: epub


DETERRENTE SOTTOMARINO

Poco dopo la fine della Guerra del Kippur del 1973, quando lo Stato ebraico rischiò di essere travolto dall’attacco a sorpresa di Egitto e Siria, in Israele girava una barzelletta sull’allora premier Golda Meir, per ironizzare su come fosse stata capace di rovesciare l’esito di un conflitto che sembrava senza scampo. «Se dovesse esserci un nuovo diluvio» erano le parole attribuite a Meir dalla storiella popolare «impareremo a vivere sott’acqua.» A mezzo secolo di distanza Israele ha in effetti imparato a farlo: grazie agli almeno sei sottomarini Dolphin acquistati dalla Germania è infatti in grado di averne sempre due in navigazione – in qualsiasi giorno dell’anno – e poiché si tratta di vettori diesel capaci di lanciare missili nucleari, ciò significa poter rispondere in qualsiasi attimo a un eventuale devastante attacco. L’estrema e più importante garanzia di sopravvivenza di Israele si trova dunque sott’acqua, e il suo funzionamento è garantito da un’unità della marina i cui comandanti e ufficiali non hanno volto né nome e i cui soldati che servono a bordo dei sottomarini non possono rivelarlo neanche alle loro famiglie. La più estrema segretezza che protegge i sottomarini e i loro equipaggi ha sostituito nelle forze armate israeliane il leggendario top secret a cui erano abituati i piloti dei jet da combattimento. Neanche il numero preciso dei sottomarini in possesso di Israele è ufficialmente noto così come si suppone esistano le basi di questa unità sulla costa mediterranea, nei pressi di Haifa, e sulla costa del Mar Rosso, vicino a Eilat. Ma conferme non ce ne sono. A ben vedere l’unica certezza è il numero dei Dolphin che la Germania di Angela Merkel, negli ultimi dieci anni, ha consegnato a Gerusalemme. Ed è un numero di valore perché per avere la possibilità di lanciare un contrattacco nucleare serve almeno un sottomarino sempre in mare, e a tal fine bisogna averne operativi almeno tre perché mentre un equipaggio naviga, un secondo equipaggio è a riposo e il terzo sottomarino si sottopone alla necessaria manutenzione. Averne sei significa dunque poterne mettere in mare contemporaneamente due, ed è esattamente questo il numero che serve a Israele per poterne tenere uno stabilmente nelle acque del Mediterraneo e l’altro nell’Oceano Indiano a ridosso del Golfo Persico e dello Stretto di Bab el-Mandeb. In questa maniera il più importante deterrente militare israeliano non dipende dal Canale di Suez – che può teoricamente essere chiuso in qualsiasi momento – perché può essere attivato contro qualsiasi nemico regionale nello spazio strategico che va dal Nordafrica all’Afghanistan, senza alcuna limitazione alla distanza dell’obiettivo. Ciò significa, ma è una speculazione che nessuna fonte militare israeliana conferma, che in ogni attimo di ogni settimana di ogni mese dell’anno ci sono sempre almeno due sottomarini israeliani in navigazione, uno nello spazio d’acqua fra il Bosforo e Gibilterra, l’altro fra il Mar Rosso e il Golfo Persico. Anche questo è il Mediterraneo allargato.46



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