Mio figlio è normale? by Stefania Andreoli

Mio figlio è normale? by Stefania Andreoli

autore:Stefania Andreoli [Andreoli, Stefania]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2020-05-11T22:00:00+00:00


Fisiologia dell’amicizia in adolescenza

Come ho già accennato nel capitolo precedente, tra i compiti fase-specifici dell’adolescenza, la costruzione di una affidabile e solida rete di amicizie che acquisisca un nuovo primato affettivo nella mente e nel cuore è sempre stata fondamentale, nella misura in cui essa rappresentava la migliore alternativa possibile alla famiglia.

Dovendo infatti procedere alla recisione del cordone simbolico con la mamma e il papà per poter effettuare il passaggio da bambino a ragazzo, è chiaro che occorra un baratto: già mettere a ferro e fuoco il rapporto con i genitori non è una passeggiata per nessuno, figuriamoci se poi dovesse significare rimanere soli al mondo. Capite bene che un tale atto di harakiri non l’avrebbe mai fatto nessuno, e ci saremmo involuti ben più di quanto siamo comunque riusciti a fare.

Il dolore profondo (separarsi è difficile per tutti, sempre) di attaccare le certezze della propria vita affettiva pretendeva che ci si inventasse dei modi affinché l’operazione si rendesse sopportabile e non si perdesse troppo sangue nel corso dell’emorragia affettiva: chiunque abbia un po’ di esperienza con le faccende del cuore sa che a volte l’unico modo per superare la fine di un grande amore è incontrarne un altro.

I genitori, dal canto loro, questa faccenda l’hanno sempre un po’ patita. Da che prima in particolare la soffrivano le mamme, da quando i padri sono diventati papà (dunque più presenti e coinvolti in primo piano nella vita dei loro figli) se ne dispiacciono anche loro. Va infatti inteso in nessun altro modo se non come una disperata mossa di gelosia tutto il corollario di detrazioni e denigrazioni rivolte dai genitori ai rivali (gli amici dei figli), a suon di: «Guardati dalle cattive compagnie!» e: «Non è che non mi fido di te, non mi fido degli altri» fino al classicissimo: «Nella vita non potrai mai affidarti a nessuno come ai tuoi genitori!».

Altro non sono che modi per cercare di vincere la contesa con gli ultimi arrivati garantendosi l’amore sempiterno del figlio. Il significato sotteso è, nell’ordine, che mentre fuori il mondo è popolato di incontri minacciosi e potenzialmente pericolosi, che potrebbero essere fonte di sofferenza – se non peggio! –, dentro, di mamma e papà, ci si può continuare a fidare, loro sì che vogliono solo il tuo bene; che un conto è chi conosci da tutta la vita, ma come puoi sapere come andrà a finire con chi è cresciuto altrove, con altri, bevendo un latte diverso; e ancora, che le relazioni del mondo esterno alla famiglia sono di second’ordine, i genitori non permetterebbero – o almeno, proverebbero a scongiurarlo – che influiscano sul percorso di vita, sull’educazione e sui risultati faticosamente conquistati fino a quel momento.

Quando siamo disperati per amore facciamo cose sciocche, e i genitori così facendo non hanno mai considerato che potessero solo finire per apparire grotteschi, meschini, non dissimili dalla ex fidanzata che getta discredito sulla nuova fiamma, perdendo così ulteriori punti agli occhi dell’amato, e alzando contemporaneamente le quotazioni dell’amore nuovo che, si sa, magari poi non dura, ma all’inizio parte subito in vantaggio.



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