Non ci sono angeli all'inferno by Ashley Jade

Non ci sono angeli all'inferno by Ashley Jade

autore:Ashley Jade [Jade, Ashley]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788822778970
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2024-04-05T22:00:00+00:00


Capitolo 47

Phoenix

Non c’è nessun noi.

Lo sa che è una cazzata.

E ora glielo dimostro.

Perché non importa quanto provi a convincersi che mi disprezza… c’è ancora una parte di lei che mi vuole.

E io la voglio usare a mio vantaggio.

Le poggio la mano libera sul fianco e la spingo contro la balconata, mentre io le vado dietro.

Il pannello di vetro tra le due ringhiere è tinto di nero, e scherma la parte inferiore del suo corpo dalla gente che sta sotto di noi.

A chiunque altro sembrerà che stiamo ballando, ma non è quello che ho in mente.

I suoi occhioni sono spalancati quando si gira a guardarmi da sopra la spalla. «Phoenix».

Le sfioro il collo con la punta del naso. Ha un odore meraviglioso, che sa di virtù e di tentazione. Voglio leccare, scopare e corrompere ogni centimetro di lei.

«Attaccati alla ringhiera».

Vedo che vorrebbe protestare, ma esita, la voce bloccata in gola, perché il suo corpo non le permetterà di tradirlo.

«Non era una richiesta».

Gioco con i suoi capelli setosi finché non obbedisce, da brava ragazza quale è.

Abbasso la zip dei jeans e tiro fuori l’uccello. Ce l’ho durissimo da quando l’ho baciata e ho bisogno di ficcarlo dentro di lei.

Anche lei ne ha bisogno.

Solo che, a differenza mia, non lo ammetterà.

Non può gestire le implicazioni.

«So che lo vuoi, Lennon».

«Non credo proprio», borbotta.

Reprimo un gemito e faccio scorrere le mani sul retro delle sue cosce nude.

Più in alto vado… più lei trema.

Il suo respiro si fa più affannoso, quando lentamente le sollevo il vestito, scoprendole parte del culo. «Tu vuoi un free pass per il mio cazzo».

Con la punta del dito percorro la linea tra i suoi glutei prima di spostarle il tanga di lato. «Tu vuoi che ti scopi così forte da farti dimenticare tutto».

La punta del mio uccello spinge sulla sua fessura vellutata. È così bagnata che gocciola.

Guidandolo con la mano, passo tutto il mio uccello tra le sue labbra inzuppate, raccogliendo tutti gli umori.

«Ti bagni così tanto anche quando ti tocca lui o lo fai solo per me?».

Ha la pelle d’oca su tutto il corpo, e inarca leggermente la schiena.

«Come pensavo».

Con un gemito, affondo dentro di lei. A differenza della scorsa notte, in cui l’ho scopata velocemente e con violenza, ora tengo un ritmo più lento, per far crescere il suo piacere.

E il mio.

Guardo in giù e osservo la folla. Mi sfugge un mezzo sorriso quando vedo George seduto da solo.

Sta sicuramente aspettando che torni la mia ragazza.

Premo le labbra appena sotto il suo orecchio, dove è più sensibile. «Pensi che sappia che sono dentro di te?».

Immediatamente si irrigidisce.

Con una mano sul suo clitoride, le mordo la spalla. «Pensi che sappia che questa è roba mia?».

Tutta mia.

Risucchio la sua pelle con la bocca e sfrego il suo clitoride turgido. «Pensi che sappia dell’orgasmo che hai avuto per me ieri sera?».

Dimena i fianchi e piagnucola.

Sento il calore accendersi nelle mie palle, e la strofino più veloce. «E dell’orgasmo che sto per farti avere ora».

È l’unico avvertimento che le do prima di aggrapparmi alla ringhiera.



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