Piccoli miracoli e altri tradimenti by Valeria Parrella

Piccoli miracoli e altri tradimenti by Valeria Parrella

autore:Valeria Parrella [Parrella,Valeria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2024-02-13T00:00:00+00:00


E allora?

Voi pensate che un uomo, una persona, insomma, si faccia in un giorno? Che quella persona sappia davvero dove si trova?

Non è più vero, invece, che con ciascun giorno che fa chiaro in terra aggiungiamo qualcosa all’idea che avevamo di noi? O che vi piombiamo dentro d’improvviso?

Quando conobbi l’imitatore la sua vita era completamente cambiata, e così quella del sindaco e, va da sé, di ognuna delle persone a loro legate.

Quando conobbi l’imitatore la storia me la raccontò dando per ovvio che riconoscessi i luoghi, le strade, secretandone i nomi, come fosse ancora parte dei suoi doveri, anche se era passato tantissimo tempo, e le cronache avevano registrato solo un episodio, dei tanti di cui era trapunta la vicenda: quello finale.

Ma l’imitatore si fermava, ogni tanto, e diceva: “Voi pensate che un uomo, una persona, insomma, si faccia in un giorno?”.

La storia era più o meno questa, che durante la campagna elettorale M.P. aveva imitato il futuro sindaco in maniera sorprendente. Andava ogni sera in tv, una striscia di sette minuti durante la quale era così simile al candidato che una sera perfino la madre rimase a guardare, quasi girando intorno al televisore, come se potesse vedere meglio da altre angolazioni, quella che si rivelò poi solo una satira. Non era suo figlio, ma era esattamente come suo figlio. Insomma la verità è che l’emittente non aveva preso M.P. perché fosse chissà che bravo imitatore, no. È che gli assomigliava, e poi M.P. era intelligente, e quando aveva capito di somigliare al candidato aveva cominciato a studiarselo, pezzo pezzo, piano piano.

“Voi pensate che un uomo, una persona, insomma, si faccia in un giorno?”

No: M.P. si era iscritto alle convention, andava in mezzo ai comizi, e una volta da una piazza se ne era dovuto proprio andare, che sennò lo avrebbero portato sul palco.

Lo studiò così, da vicino e da lontano, imparò a memoria il suo programma politico, e tutte le mattine si ripeteva allo specchio l’ultimo twitt.

In una città dove vi erano più antenne emittenti che riceventi, quella piccola tv ebbe un incremento pubblicitario del 70 per cento, e consegnò a M.P. la conduzione di un intero talk show. La gente si affrettava a ritirarsi per non perdersi niente, e saltava da qua a là, dal duello ufficiale con l’avversario sulla rete nazionale a quella parallela dove M.P. intervistava politici, scrittori, opinionisti, professori universitari e semplici cittadini. La madre del candidato si appassionò molto alla trasmissione: le sembrava che suo figlio fosse più sincero lì, dove non era lui, che là, dove lo era. E anche che le dedicasse più tempo così: ogni sera per mezz’ora intera.

Ma poi venne il giorno delle elezioni, il candidato sindaco vinse e divenne sindaco davvero; con l’estate la trasmissione chiuse, e la città tornò a essere quello che era: con un nuovo sindaco che non ci mise molto tempo a costruire una giunta che desse l’impressione ai cittadini di essere nuova, e ai partiti che l’avevano sostenuto di essere vecchia.

Ne diede comunicazione una sera e poi, quella stessa notte, telefonò a M.



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