Remember (edizione italiana) by Maria Filocomo

Remember (edizione italiana) by Maria Filocomo

autore:Maria Filocomo [Filocomo, Maria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2023-09-28T12:00:00+00:00


Brixton

LA stanza che affittammo a Brixton era grande all’incirca sei metri quadri. Un buco di stanza che conteneva al massimo un letto matrimoniale, un armadio piccolino e una scrivania.

Un buco di stanza che ci costava cinquecentocinquanta sterline al mese e ci avrebbe garantito un alloggio per tre mesi e qualche giorno.

Quando nasci in America e ti trasferisci nel Regno Unito, Londra è uno di quei luoghi dove ogni cosa ti sembra assurda. Case minuscole che costano una fortuna, pioggia costante (e non è un luogo comune, ma la verità) e clima perennemente freddo.

I primi tempi fummo grati di trovarci lì senza mio padre, in parte eravamo felici. Da un’altra, invece, mia madre era depressa, e quasi sempre assente per la maggior parte del giorno, alla ricerca di un lavoro.

Io restavo in camera a mettere in ordine e a disegnare.

La nostra stanza era all’interno di una casa in condivisione con altre due persone: un signore di nome Brenton e una ragazza spagnola che si chiamava Ester. Fu lei, in particolare, ad aiutare mia madre a trovare lavoro in un ristorante come cameriera: prendeva davvero poco per lavorare tutte quelle ore, ma riusciva a garantirmi un pasto in tavola e un tetto sulla testa, e le ero grato per quello.

Quando mi iscrisse a scuola, anche mia madre scelse di frequentare un corso per riuscire a ottenere il diploma, visto che in America non aveva portato a termine gli studi.

Il primo giorno di lezioni non parlai con nessuno dei bambini della classe a cui fui assegnato. In realtà non provai mai a interagire con nessuno, perché non li conoscevo e li reputavo troppo strani, rispetto ai miei non compagni di scuola americani.

Gli inglesi e gli americani si differenziano in tutto, specie nell’accento parlato. Quando rispondevo a qualche domanda dell’insegnante, sentivo loro ridere in sottofondo, ma non gli davo peso, per non picchiare quegli insignificanti sconosciuti.

Dopo aver trascorso un intero anno in quella scuola, mia madre mi iscrisse alla Graveney School, un istituto poco lontano da dove abitavamo.

Avevo da poco compiuto dieci anni e ancora non mi ero fatto un amico, ma è qui che conobbi Jace, scoprendo poi che abitava quasi vicino casa mia.

Diventammo amici per caso. Un giorno a ricreazione si sedette vicino a me, e iniziò a parlare e a parlare, era divertente ed era l’unico che mi rivolse la parola in quella scuola.



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