Resident Evil 7 - Zero Hour by S.D. Perry

Resident Evil 7 - Zero Hour by S.D. Perry

autore:S.D. Perry
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788863551471
editore: Multiplayer.it Edizioni
pubblicato: 2010-12-31T23:00:00+00:00


Quella era l’ultima annotazione. Rebecca chiuse il diario e lo lasciò vicino alla scacchiera posizionata nel centro della scrivania. Quando aveva trovato il cassetto nascosto, aveva pensato che le grossolane mappe fossero il premio. Ne aveva trovate due; una mostrava quelli che dovevano essere i tre piani interrati dell’edificio, comprese alcune zone senza nome che forse conducevano all’esterno.

L’altra sembrava essere dei piani superiori, con una stanza segnata OSSERVATORIO vicino a un’area aperta e ampia indicata come PISCINA VIVAIO.

Ma il piccolo diario rilegato in cuoio, polveroso e raggrinzito dagli anni — Rebecca non sapeva esattamente quanti, ma una delle annotazioni del lavoro con le sanguisughe aveva “1988” scritto nell’angolo superiore — era stato un’autentica scoperta. Sicuramente lo aveva scritto James Marcus, presumibilmente il creatore del T-Virus, lo stesso virus che trasformava la gente in zombie e che aveva infettato sia il treno che metà della foresta di Raccoon, se si prendevano in considerazione gli ultimi omicidi.

Rebecca osservò l’insolito arredamento dello studio, con una scacchiera gigante che dominava la stanza ricoprendo interamente il pavimento. Evidentemente, alla fine, doveva essere impazzito, con le sue paranoiche divagazioni sugli scacchi e sul “vero senso” del virus. Effettuare degli esperimenti sulle persone, forse, era stato troppo perfino per lui.

La radio emise il segnale di chiamata. Non appena spinse il bottone di ricezione, la voce ansimante di Billy le risuonò nelle orecchie.

“Dove sei? Dobbiamo riunirci, subito. Capito? Ah, passo”.

“Che cosa è successo? Passo”.

“È successo che mi sono imbattuto in un altro di quegli uomini-sanguisuga che per poco non mi ha fatto fuori. Gli zombie so come trattarli, ma quelle cose si mangiano le pallottole, Rebecca. Non abbiamo sufficienti munizioni per tener loro testa. Passo”.

“Hanno cominciato a formare colonie, come le formiche o le api.”

Chi le stava controllando? Marcus? O avevano sviluppato da sé il proprio leader? O una regina?

“D’accordo”, rispose Rebecca. Raccolse gli schizzi dei sotterranei e dell’osservatorio che aveva trovato e se li infilò sotto il giubbotto, rimettendosi in piedi. Dopo aver esitato per un secondo, afferrò anche il diario e lo lasciò scivolare nella tasca posteriore. “Vediamoci al pianerottolo, dove c’era il quadro di Marcus. Forse ho trovato l’uscita, passo”.

“Ci vediamo là. Guardati le spalle. Passo e chiudo”.

Rebecca si affrettò a uscire dalla stanza e a percorrere il corridoio, muovendosi con rapidità. Non era arrivata molto lontano nella sua esplorazione, solo a una sala riunioni vuota e allo studio con gli scacchi. Per fortuna, non aveva incontrato nulla di ostile. Billy aveva ragione riguardo agli uomini-sanguisuga, non c’era modo che potessero gestirli. In effetti, era plausibile che l’unica ragione per cui tutte le sanguisughe del treno non li avevano attaccati era solo perché erano state richiamate. Aveva creduto che sarebbe potuta rimanere tranquillamente nascosta nel centro fino a quando non fossero arrivati i rinforzi, ma dopo avere letto il diario di Marcus e aver scoperto che l’intera struttura di addestramento era stata infettata, voleva solo uscire di lì.

Dopo tutto quello che aveva passato quella notte — l’atterraggio forzato con l’elicottero, il treno, Billy, il deragliamento,



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