Roggeri Vanessa - 2013 - Il cuore selvatico del ginepro by Roggeri Vanessa

Roggeri Vanessa - 2013 - Il cuore selvatico del ginepro by Roggeri Vanessa

autore:Roggeri Vanessa [Roggeri Vanessa]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Amazon: B00E3BCX02
editore: Garzanti
pubblicato: 2013-08-28T22:00:00+00:00


Accorsero i Lixi, gli Aru, i Siddi e i Frau: tutti accorsero. Giunse anche il sindaco e tutti insieme, con Assunta in testa e in grande sintonia d’intenti perché finalmente era giunto il momento, andarono da don Ninnino a cercare la sua preghiera. Era il momento di recitare la parola sacra, ma anche il «verbo segreto» che soltanto i più vecchi, come ulivi centenari, custodivano con cura tra le fronde della loro memoria. I baghintesi sapevano che cosa bisognava fare e lo fecero; una settimana di rosari e aspersione di acqua santa dappertutto e su chiunque; processioni, veglie con candele benedette e messe continue per riuscire a scacciare la coga da Baghintos e mandarla il più lontano possibile, sulle creste brulle delle montagne dove soltanto le aquile riuscivano a fare i nidi.

Mille fuochi accesi e altrettanti voti a san Sisinnio furono pronunciati affinché la disgrazia incarnata nella coga fosse scacciata dal paese. Pregarono il santo con fervore perché la coga finisse tramutata in pietra o morisse incenerita.

Scongiuri e ancora scongiuri. Il verbo tramandato dalla notte dei tempi. Medicine antiche che facevano appello all’olio, al sale e al grano, e ad Anna, che ha fatto Maria, che ha fatto Gesù.

Nulla fu trascurato per sette giorni e sette notti. L’ultima notte si riunirono in processione, attraversarono il paese e il brusio di preghiera che si levò dalle loro bocche, unito all’immagine dei volti riverberati dalle candele accese, fu qualcosa che mise i brividi nelle ossa ai timorati di Dio.

A poco a poco l’onda si placò e la quotidianità della vita riprese il sopravvento. Ianetta non ricomparve, il buio della notte se l’era ingoiata.

Quando si incominciò a dire che la coga era andata via per sempre, che non si erano mai viste giornate più serene e sante a Baghintos da anni e anni, qualcuno volle fare festa. E fecero festa onorando i santi e la Madonna per la grazia ricevuta.

Lucia si attaccò saldamente al pensiero di Ianetta viva e al sicuro chissà in quale tana sconosciuta. Ogni notte pregava per lei e, senza che altri se ne accorgessero, la cercò per molti giorni in molti luoghi, dappertutto ricercò un segno di lei, del suo passaggio. Ma non ebbe fortuna. Ianetta non si faceva trovare; come la volpe astuta, sfuggiva le trappole del bracconiere. Tuttavia Lucia per qualche strano motivo si sentiva fiduciosa, perciò attese paziente che notizie di Ianetta giungessero a darle speranza.

Nemmeno Cicita riusciva davvero a credere che Ianetta fosse andata lontano da Baghintos come una foglia portata via da un colpo di vento. Se lo sentiva nelle ossa che non poteva essere così semplice. Per lei la coga Ianetta era rintanata da qualche parte come una bestia selvatica in attesa di tempi più propizi. Era di razza terribile, la demonietta. Nemmeno tziu Efisio ci credeva, e non mancava di colpire agli stinchi col suo bastone tutti coloro che dichiaravano Baghintos un paese oramai libero dalle cogas.

In poche settimane, dacché erano accaduti quei fatti, Severino si ridusse come un ramoscello secco pronto a spezzarsi.



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