Simoni Marcello - Girolamo Svampa 02 - 2018 - Il monastero delle ombre perdute by Simoni Marcello

Simoni Marcello - Girolamo Svampa 02 - 2018 - Il monastero delle ombre perdute by Simoni Marcello

autore:Simoni Marcello
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Thrillers, General, Fiction
ISBN: 9788858427934
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2018-02-26T23:00:00+00:00


42.

Campo de’ Fiori.

Vestita da popolana, con un ampio scialle a nasconderle il fulvo dei capelli, Margherita attraversò la piazza in direzione di un’osteria contraddistinta dall’insegna della Nave. Era pieno pomeriggio e il sole indorava gli edifici, i volti dei passanti e i cespugli di papaveri ai margini del selciato. Ancora un paio d’ore prima dei vespri, pensò. Il tempo appena sufficiente perché una femmina rispettabile sbrigasse i propri affari e se ne tornasse a casa.

Non che entrare in un ritrovo per soli uomini potesse giovare alla sua immagine o l’aiutasse a passare inosservata. D’altro canto quel genere di rischi la eccitava troppo per potervi rinunciare. La facevano sentire viva, pericolosa, come quando aveva scelto di scomodarsi in prima persona per salvare l’inquisitore.

L’interno dell’osteria era scuro, animato dal mormorio di una dozzina di avventori. Come previsto, non appena varcato l’ingresso la dama attirò su di sé tutti gli sguardi. Attraversò il locale come se nulla fosse e prese posto a un tavolo in disparte, seminascosto da un paravento d’incannicciato.

L’individuo che le sedeva di fronte aveva l’aria di aspettare da molto. I lineamenti affilati e i capelli lunghi che gli sfioravano il mento le suscitarono l’idea di un pugnale. Una di quelle lame bisunte infilate nelle cinture dei mercenari, buone tanto a pulire il pesce quanto a tagliare la gola di un impiccione.

L’attenzione di Margherita ricadde per un attimo sulle dita dell’uomo, intente a stringere il biglietto che un paio d’ore prima lei aveva affidato al valletto della portantina. Non le serví altro genere di conferma.

– Sono qui per la faccenda dell’altra notte, – sussurrò. – Quando mi avvisaste dell’agguato teso all’inquisitore.

Il tizio annuí. – I tre sicari.

– Cosa potete dirmi su di loro?

– Seguivano il frate da rione Pigna. Appena ho colto le loro intenzioni, vi ho fatta chiamare. Come convenuto.

La donna percepí una punta di malanimo, che subito sedò con un cenno d’assenso. – Li avete visti in faccia? – continuò.

– Bene soltanto uno, – le rispose. – Aveva uno sfregio sul volto. Roba da mettere spavento.

Lo spadaccino di cui le aveva parlato lo Svampa, meditò Margherita. Rimase per un attimo in silenzio, a interrogarsi su quale strategia adottare. Ormai il brusio dell’osteria era lontano, il respiro dimesso di una creatura dormiente. Persino l’individuo che le sedeva di fronte aveva perso i connotati, quasi fosse sprofondato nella bruma. – Mi serve un altro servigio, – aggiunse all’improvviso, con un accenno di voluttà.

– Devo continuare a seguire il frate? – domandò il tizio, sporgendosi verso di lei.

Lei scosse il capo. – Lo sfregiato, – disse. – Voglio sapere per chi lavora.



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