Sotto il falò by Nickolas Butler

Sotto il falò by Nickolas Butler

autore:Nickolas Butler [Butler, Nickolas]
La lingua: ita
Format: epub
Google: 6lhiDwAAQBAJ
editore: Marsilio Editori spa
pubblicato: 2018-07-03T22:00:00+00:00


Dieci ore

Hazelwood si contorceva sulla sedia mentre Foreman restava accasciato sulla sua. Il piatto era vuoto e velato di sangue, il bicchiere di nuovo pieno di vino e la bottiglia quasi a metà. Foreman si toccò i denti violacei di vino.

«Sto per pisciarmi addosso» disse Hazelwood.

Foreman alzò le spalle.

Sotto l’uomo in cattività, iniziò a diffondersi un’altra macchia, acre e gialla. I suoi pantaloni color kaki si bagnarono intorno all’inguine e il liquido gli scivolò giù lungo le gambe fino ai piedi blu, ormai insensibili. Hazelwood fissò Foreman.

«Cristo, posso avere una coperta? Vorrei almeno una cazzo di coperta. Qualcosa per coprirmi i piedi stanotte.»

Foreman annuì.

«Già. La notte sta per calare.»

Si alzò dal tavolo e sparì in una piccola camera da letto. Tornò con una coperta di lana che sistemò sugli arti inferiori di Hazelwood. Il prigioniero gli diede un altro cazzotto e questa volta la mano finì contro l’intestino di Foreman. Il vecchio grugnì di dolore e cadde su un ginocchio. L’amministratore delegato era stato veloce e forte, ma legato com’era non poteva fare altre mosse. Foreman ci mise un po’ a rialzarsi. Dopo essersi ricomposto, fece un gesto verso la tazza di stagno.

«Suppongo che non la berrai stanotte, giusto?»

«Fottiti, vecchio. Se ti avvicini un’altra volta, ti ammazzo.»

Foreman tolse la tazza di stagno dal tavolo e la mise vicino alla cucina. Poi si avvicinò di nuovo a Hazelwood, questa volta girandogli attorno. Controllò il nastro adesivo che lo teneva legato alla sedia. Spostandosi sul lato in cui Hazelwood non poteva difendersi, diede due cazzotti in faccia al suo prigioniero, facendo vacillare le gambe della sedia. Trovò il rotolo di nastro adesivo e si avvicinò di nuovo all’uomo per bloccargli anche la mano libera in modo che fosse completamente immobilizzato. Poi si allontanò per studiare la faccia ammaccata dell’uomo, le labbra annerite, il dente mancante. Tagliò un pezzo di nastro adesivo e lo fece aderire alla bocca di Hazelwood.

Poi spense le luci, soffiò sulle lanterne e si infilò a letto, nella stanza accanto. Sognò sua moglie, le sue mani nel lavandino che mondavano le carote nella luce del pomeriggio. Sognò la sua risata, la sua faccia illuminata dalla felicità e dall’estate, ma nel sogno non poteva sentire la sua risata o la sua voce. I suoi sogni erano sempre senza colonna sonora.



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