Splatter by Ed Wood

Splatter by Ed Wood

autore:Ed Wood
La lingua: ita
Format: mobi
pubblicato: 2015-09-27T22:00:00+00:00


18

SUPERFAVA

(1971)

Da ore guardava fuori dalla grande vetrata del suo appartamento, da cui si vedeva quasi tutta Los Angeles, chiedendosi se avrebbe mai smesso di piovere. A Los Angeles non piove mai moltissimo ma, quando la stagione arriva, ci si possono aspettare tranquillamente due o tre giorni consecutivi di vero diluvio. Certo, quattro giorni di pioggia ininterrotta non si erano mai visti. Comunque, stavolta così era. Il quarto giorno volgeva ormai al termine e il sole sembrava ancora lontano.

Fin dal secondo giorno, la zona di North Holly-

wood era allagata e nel Los Angeles River, di solito in secca, avrebbe navigato tranquillamente una barca a chiglia fonda, ma quel fiume nessuno lo risaliva mai. Tutte le strade non sopraelevate dell’area metropolitana erano invase da un flusso costante di acqua melmosa. Il tanto decantato sistema di drenaggio della megalopoli era stato messo in ginocchio dal temporale e gli ingegneri erano già pronti per progettare miglioramenti. L’attico di Rance Hillborn, tuttavia, era molto in alto e non si sarebbe allagato nemmeno se la pioggia fosse durata i proverbiali quaranta giorni e quaranta notti. Rance non aveva nemmeno bisogno di affrontare gli elementi. Aveva un freezer ben fornito, sigarette in quantità e una nutrita collezione di ottimi gin, whisky, vodka e altri liquori per gli ospiti. Anche se non è che lo fossero venuti a trovare in tanti, negli ultimi giorni. Nessuno si avventurava per strada a meno di esserne costretto. La forza lavoro della metropoli era ridotta di un buon trenta per cento. La gente non prendeva la macchina sotto la pioggia neanche a pagamento. Sulle autostrade, quando pioveva, il livello di incidenti schizzava a mille. L’allerta di non uscire a meno di gravi motivi era ormai di tendenza.

Comunque, Rance Hillborn non avrebbe perso un minuto di lavoro. Faceva lo scrittore, lavorava in casa e quando aveva una consegna gli bastava lasciare il plico nell’androne, dove un coraggioso postino avrebbe affrontato qualsiasi clima pur di recapitarlo.

La pioggia gli piaceva, ma con quel tempo non riusciva a scrivere. Ecco perché restava seduto per ore alla finestra, a guardare macchine e persone giù in strada che lottavano contro la furia degli elementi. Scandagliava a fondo le storie che gli passavano davanti, immaginando per le auto varie destinazioni. Sotto di lui si dispiegava il dramma di un’intera città, ma non sarebbe riuscito a metterlo su carta. In quei momenti aveva costantemente in mano un whisky e soda. Beveva troppo e lo sapeva, così come sapeva di fumare troppo, ma erano fatti suoi. Del resto, era anche consapevole di non riuscire a scrivere una riga dopo il terzo whisky, perciò sul lavoro non beveva mai.

Qualche volta aveva provato a fumare erba, ma senza grandi risultati, perciò non la usava quasi mai. Se la concedeva solo quando invitava i suoi amici che volevano annebbiarsi un po’, per il gusto di imitarli e sentirsi parte del gruppo… per non sentirsi escluso. Ma le allucinazioni non lo divertivano. Gli piaceva tenersi strette le sue facoltà, quando pensava. Le allucinazioni vanno bene per le favole.



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