Stanze parlanti by Kawamura Genki & Marie Kondo

Stanze parlanti by Kawamura Genki & Marie Kondo

autore:Kawamura Genki & Marie Kondo [Genki, Kawamura & Kondo, Marie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-09-11T12:00:00+00:00


Stanza 5

Un cofanetto parlante

Perché ho cominciato a fare questo lavoro bizzarro di «aiutare a riordinare?» Come sono riuscita a sentire le voci degli oggetti? Perché porto sempre con me un cofanetto parlante?

Ci sono diversi eventi che mi hanno portato a cominciare questo lavoro.

È una lunga storia, ma oggi vorrei prendermi un po’ di tempo per raccontarvela.

Fin da piccola mi capitava di sentire le voci degli oggetti.

La prima volta è successo poco dopo aver cominciato la scuola elementare.

Per il mio settimo compleanno mio padre mi aveva regalato una bicicletta gialla. Ero felice e ci andavo tutti i giorni. Era sempre con me, dovunque andassi.

Passarono tre anni e la mia statura era aumentata di venti centimetri. La bicicletta che all’inizio mi era sembrata cosí grande era diventata troppo piccola per me.

– Forse è arrivato il momento di comprarne un’altra.

Io e mio padre ci mettemmo in bici e ci dirigemmo verso un negozio di biciclette in una lunga strada.

Appena entrai nel negozio, rimasi affascinata da una bicicletta azzurra.

– Voglio quella, quella azzurra.

– Forse è un po’ grande, ma piace anche a me, – disse mio padre sorridendo e comprò la bicicletta azzurra.

Salii sulla nuova bici. Le ruote e il manubrio, ogni cosa era grande e lucente.

– La bicicletta vecchia possiamo buttarla noi, se volete, – disse il proprietario del negozio a mio padre, che mi guardò cercando conferma. Annuii in silenzio.

Salii sulla bicicletta nuova e tornai a casa. Ero felicissima, eppure non ero serena. Dopo cena, incapace di calmarmi, tornai al negozio di biciclette da sola.

La mia bicicletta gialla giaceva al lato del negozio insieme alle altre bici da rottamare. Ero solita andare in bici tutti i giorni, ma ora la mia compagna di avventure aveva completamente perso il suo splendore ed era diventata cosí piccola. Sembrava come morta. Era una sensazione insopportabile. Accarezzai il sellino usurato e sentii la mia bicicletta gialla piangere. Sembrava la voce di una bimba piccola che piangeva singhiozzando.

Non potevo controllare le mie lacrime. – Scusami, – ripetei a lungo e continuai ad accarezzare il sellino fino a quando non smise di piangere.

Quando ero una studentessa di liceo ricevetti il mio primo portafoglio di pelle.

– Sei un’adulta oramai, devi usare anche tu un portafoglio come si deve, – disse mia madre quando mi regalò un portafoglio di pelle marrone con le cuciture bianche.

Tolsi dal portafoglio di plastica che aveva usato fino ad allora le banconote, le monete, l’abbonamento del treno, il bancomat e misi tutto nel portafoglio nuovo. Fu allora che udii un profondo sospiro. Fissai sorpresa il mio vecchio portafoglio. Si era appiattito come se fosse stato sgonfiato. Sentii che la sua anima lo aveva abbandonato.

– Grazie di tutto, – sussurrai, avvolsi il portafoglio di plastica completamente afflosciato nel mio fazzoletto preferito e lo riposi nell’armadio. Sentii di nuovo un sospiro profondo e poi un respiro leggero e tranquillo provenire da sotto il fazzoletto.

Dopo essermi laureata e aver ottenuto il mio primo lavoro, comprai un telefono nuovo.

Cambiai il mio primo telefono cellulare, che avevo comprato quando ero una studentessa di liceo, con uno smartphone.



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