Storie di diavoli by AA.VV

Storie di diavoli by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:57:56+00:00


4. Diamanti

Due fratelli sedevano intenti al gioco degli scacchi in un’alta torre del palazzo, mentre al di là della finestra incorniciata di diaspro il sole tramontava vermiglio.

La luce del sole tingeva tutto di un soave rossore, i burroni e le dune del paesaggio arido, il fiume lucente dalle rive coperte di alberi frondosi, le mura e le alte torri del palazzo. Perfino i volti dei due giovani erano di questo colore, e ciò conferiva loro una somiglianza superficiale.

Infatti, benché fossero fratelli, erano assai diversi. Jurim, il più giovane, aveva la carnagione chiara e i capelli biondi, mentre il maggiore, Mirrash, era scuro. Anche di carattere erano alquanto diversi. Jurim era un poeta e un sognatore, Mirrash invece era uno stratega che diffidava del mondo. Il loro padre, un aristocratico di nobile famiglia, era morto e aveva lasciato le sue terre indivise ai due figli, in modo che ciascuno dei due potesse contribuire, secondo le sue possibilità, a completare l’unione. Infatti, nonostante le loro differenze i due si amavano molto. Lui aveva loro affidato anche un’incredibile quantità di diamanti che avevano costituito la base della sua fama e della sua prosperità: a ciascuno era spettata metà del tesoro.

Quei diamanti! Erano ovunque, posti in grande evidenza in ogni angolo del palazzo. Erano incastonati sulle maniglie dei bauli e delle porte, e nei pavimenti di mosaico. Le cornici del tetto erano decorate da diamanti, co-me anche gli occhi di venti leoni di ambra che erano disposti lungo le scale tra gli alberi di cedro, e diamanti piccoli come piselli brillavano nelle fontane, più chiari dell’acqua.

Era invero uno strano spettacolo per coloro che giungevano dal deserto arido al fiume lucente, e vedevano riflessi in quel punto e sulla riva una casa ugualmente lucente, sormontata da molte torri, splendente per l’oro e i gioielli senza prezzo che la decoravano, vedere oltre quella casa la notte e il sole che tramontava.

Una casa nel mezzo di un posto tanto solitario costituiva una tentazione per i ladri, presumibilmente. Invece non era così. I diamanti, famosi per la loro purezza, possedevano anche una maledizione. Chiunque li avesse rubati sarebbe morto. Era molto semplice. Il ladro avrebbe scoperto che il diamante gli bruciava la tasca, la borsa, il forziere, la mano. I fini pugnali della sua luce radiosa si sarebbero trasformati assumendo il colore opaco del sangue rappreso. Durante la notte, il ladro avrebbe avvertito la stretta mortale di dita possenti attorno al collo, il morso del veleno nelle budella, e un dolore lancinante come un coltello nel profondo del cuore. Così sarebbe morto, con il volto cianotico e molti rimpianti.

Così diceva la leggenda. Alcuni non ci avevano creduto: avevano provato, per poi rammaricarsene, ed erano stati seppelliti. Solo se venivano offerti in dono spontaneamente, i diamanti potevano essere ricevuti senza timori ed essere legittimamente goduti.

Jurim aveva riflettuto pensando talvolta ai diamanti che avrebbe donato alla sua sposa, qualora l’avesse trovata. Vi erano molte belle ragazze dai seni rotondi, dagli occhi di antilope, dalle pesanti trecce di seta, ma lui



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