Strane creature by Tracy Chevalier

Strane creature by Tracy Chevalier

autore:Tracy Chevalier [Chevalier, Tracy]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Historical, Literary, Miti Junior, Ragazze, Ragazzi, Narrativa, Romanzo, Avventura, Novecento
ISBN: 9788854509474
Google: hNjbCgAAQBAJ
editore: Neri Pozza Editore
pubblicato: 2014-11-10T23:00:00+00:00


Il colonnello Birch si trattenne parecchie settimane. Alloggiava a Charmouth, ma veniva a Lyme ogni giorno e fin da subito pretese di avere Mary tutta per sé. All'inizio andavo con loro perché, a differenza di Mary, ero preoccupata di ciò che poteva pensare la gente. Anche se ora eravamo in tre, cercavo di ritrovare l'armonia che aveva sempre caratterizzato le nostre giornate in spiaggia, quando io e Mary, pur cacciando ognuna per conto suo, potevamo fare affidamento su una presenza amica e silenziosa a pochi passi di distanza. Quell'armonia fu rotta dal colonnello Birch, che stava sempre intorno a Mary e non smetteva mai di parlare. Il fatto che riuscisse a trovare qualcosa nonostante la presenza ingombrante di quel chiacchierone depone a favore della sua abilità di cacciatrice. Eppure Mary lo sopportava di buon grado. Anzi... stravedeva per lui. Quanto a me, era come se non esistessi, mi consideravano meno di una corazza di granchio. Dopo tre uscite insieme, ne ebbi abbastanza.

Perché il colonnello Birch era un impostore. O, per essere più precisi, il tenente colonnello Birch era un impostore: aveva lasciato cadere il "tenente" promuovendosi al grado di "colonnello". In realtà era solo uno dei suoi mezzucci. Ad esempio evitava di dire che si era congedato da lungo tempo, ma chiunque fosse minimamente esperto di cose militari si sarebbe accorto che indossava la vecchia uniforme - giubba lunga e brache di cuoio - invece della casacca corta e dei pantaloni attillati grigio azzurro di uso corrente. Insomma, cercava di usurpare la gloria che la Guardia del Corpo si era conquistata a Waterloo, senza aver preso parte alla battaglia.

Peggio ancora, in quei tre giorni scoprii che non faceva neppure la fatica di trovare i fossili. Non teneva gli occhi bassi, come Mary e me: guardava le nostre facce, seguiva i nostri sguardi, e appena si accorgeva che avevamo scorto qualcosa allungava la mano e l'acchiappava! Con me veramente si azzardò a farlo solo una volta, perché l'occhiataccia che gli diedi lo dissuase dal provarci ancora. Ma Mary era più tollerante, o forse accecata dall'amore, e si lasciava soffiare un esemplare dopo l'altro senza battere ciglio.

Il dilettantismo del colonnello Birch era a dir poco orripilante. Pur professando un grande interesse per i fossili e un'inveterata tempra militaresca, si guardava bene dallo sporcarsi le mani con il fango. Si procurava i suoi esemplari con il portafoglio e le moine, se non sgraffignandoli agli altri. Entro la fine dell'estate la sua raccolta si era arricchita, in effetti, ma solo grazie agli esemplari che Mary aveva trovato per lui. Appena individuava un fossile sulla spiaggia, la ragazza glielo segnalava con una gomitata e il colonnello era lesto a farlo suo. Al pari di Lord Henley, il colonnello Birch era un collezionista, non un cacciatore: comprava la conoscenza, non la acquisiva con la fatica e il colpo d'occhio. Non riuscivo proprio a capire come Mary potesse, esserne affascinata.

In realtà ci riuscivo, eccome. Anzi, anch'io ne ero un po' innamorata. A dispetto delle mie critiche, lo trovavo molto attraente, e non solo nel fisico.



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