Sulla tradizione occidentale by Arturo Reghini

Sulla tradizione occidentale by Arturo Reghini

autore:Arturo Reghini
La lingua: ita
Format: epub
editore: Melchisedek Edizioni


1 R. Guénon, Le Roi du Monde, Paris 1927, p. 124.

2 Varrone deriva pontefice da ponse facere, per la costruzione ad opera dei pontefici del Ponte Sublicio; ma la parola pontifex è molto antica e poiché anticamente pons significava via (Curtius, Princ. Etym., I, 323), come il mare è detto ponto per tale ragione, i pontefici erano coloro che «facevano le vie».

3 Alberto Gianola, La fortuna di Pitagora presso i Romani, F. Battiato, Catania 1921.

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La sapienza iniziatica romana

Prima di accingerci a esaminare la storia, i miti, le leggende romane e italiche per ricercarvi e riesumare le tracce dell’antica sapienza italica, è opportuno premettere brevemente alcune avvertenze. Anzitutto osserviamo che le ardue questioni di critica storica intorno all’antica storia romana, che da circa un secolo vengono dibattute con ardore intenso e con varia vicenda dalle due tendenze critica e tradizionalista, non possono avere per noi che un’importanza e, quindi, un interesse affatto secondari. Comunque, e senza addentrarci in questioni relativamente estranee al nostro argomento, riteniamo che il Niebuhr, il Mommsen e in generale la critica tedesca o ai tedeschi ispiratesi, sono andati veramente troppo oltre con la loro negazione dell’attendibilità della tradizione romana per tutto il periodo regale e per i primi tempi della Repubblica; anziché dichiarare falsa la tradizione romana con una sistematica rabbiosa e abbastanza curiosa animosità, sarebbe stato meglio limitarsi semplicemente a delle riserve; l’attitudine scettica sarebbe stata più scientifica che non la negazione ostile, arbitraria e autoritaria. Il tempo, a ogni modo, sta facendo giustizia di questo partito preso antiromano e, specialmente dacché vennero scoperti nel Foro Romano il lapis niger, di cui parlava l’antica derisa tradizione, e la sottostante stele arcaica, gli assertori della veridicità e dell’attendibilità dell’antica Tradizione romana, tramandataci dagli scrittori latini, hanno guadagnato e vanno continuamente guadagnando terreno.

Con questo non neghiamo ogni diritto e ogni valore alla critica storica, ma affermiamo che si può e si deve fare la critica anche della critica. Questo, s’intende, dal punto di vista puramente storico. Ma, per noi, non ha interesse vitale l’appurare se il racconto di un avvenimento abbia carattere storico o leggendario; a noi interessa vedere se, nell’un caso o nell’altro, in tale racconto siano inclusi elementi o aspetti in cui sia riconoscibile un valore o un significato iniziatico o esoterico, manifesto o riposto. Perciò storia e leggenda, per il nostro assunto, hanno, più che altro, il valore, pressappoco equivalente, di fonte e di materiale.

L’altra avvertenza che ci occorre premettere è la seguente: noi non abbiamo alcuna ragione per accettare i dogmi e i postulati della creazione e dell’evoluzione della Terra e dell’umanità, il postulato dei popoli primitivi, necessariamente selvaggi da cui è «progredita» la civiltà; e in generale non ci sentiamo obbligati ad accettare i miti della religione, della filosofia e della scienza contemporanee. Conseguentemente non accettiamo neppure il corollario di questi postulati, per il quale i savants non vedono nei miti e nelle leggende dei popoli antichi, primitivi e selvaggi per forza, che una costante e poetica personificazione, mirabilmente ingenua, delle forze della natura.



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