Ultimo volo della sera by Claudio Rinaldi

Ultimo volo della sera by Claudio Rinaldi

autore:Claudio Rinaldi [Rinaldi, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2015-06-08T21:00:00+00:00


Corridoio del Palace

Quanto scavare, quanto strologare, quanti ricordi e umori e scommesse che si affastellano. Il dado è tratto, vedo: sto consegnando a Daria il passato, sto per darle in affitto il presente e l’avvenire. Ho davanti un cammino irreversibile.

Se ti fai prendere la mano dalle ragazze come Daria, mi dico, non te ne liberi più. Meno ti appartengono più ti aderiscono alla pelle come ventose. E il guaio, perché è un guaio, lo sai, è che a te sta bene così.

Perfino Cinzia a sua insaputa mi è rimasta attaccata addosso. Fu inutile buttarla fuori dal residence, inutile cercare di eliminare ogni sua traccia.

Nel 1983, sull’anno non ho dubbi perché si era appena insediato il primo governo di Bettino Craxi, anzi: Crachis, come diceva mio figlio Federico, incontrai la mia ex stagista in aereo mentre tornavo a Milano. Una giovane signora si sedette nel posto vuoto alla mia destra. La riconobbi e mi venne un colpo. Era più carina di quando l’avevo dismessa: si era ristrutturata i denti e si vestiva con classe, non come la controfigura di una peccatrice. Mi raccontò che si era trasferita a Roma. Ora faceva anche lei la giornalista, un mestiere al quale da piccola non voleva vendersi; e si occupava di frivolezze come il costume, la moda. “Il Messaggero” l’aveva spedita al Nord per un’inchiesta sul Made in Italy.

Non avrei mai supposto che potesse anche essere amichevole. Teneva gli occhi affondati nei miei. Notai che cercava di ascoltare, di parlare senza celarsi dietro l’antico paravento di maschere e di simboli.

Mi chiese di seguirla all’hotel Palace in piazza della Repubblica, dove aveva una bella stanza. Bevemmo due dita di whisky. Mi fece tenerezza essere io suo ospite in un ambiente confortevolmente borghese che aveva così poco di lei. La storia del 1975 mi passò davanti in un lampo come un’occasione non colta, una promessa non adempiuta.

Facemmo l’amore, ma fu totalmente diverso dal lontano giorno dell’addio. Stavolta Cinzia era un corpo vivo, due occhi luminosi, un respiro. Purtroppo avevo poco tempo: a casa mi aspettavano, e già pensavo a come giustificare il ritardo.

Mentre le ero dentro le diedi un bacio che voleva essere caldo e attento. Un bacio per dirle: grazie, cara, grazie di essere venuta da me e di essertene poi andata nel silenzio, grazie di tutto; e perdonami.

Ma all’improvviso Cinzia si riprese la bocca, me la nascose e con un guizzo mi estromise dal suo grembo. “Idiota,” mormorò. Una, due volte: “Idiota”. Per un attimo credetti di rivedere lo sguardo tagliente, da ribelle di professione che per mesi mi aveva dardeggiato.

Anche stavolta sbagliavo. Non c’era rabbia in quel suo insulto. Le facevo pena e basta.

“Sei l’uomo più uomo che abbia mai conosciuto,” aggiunse qualche minuto dopo, “ma ti ostini a negarlo. Te ne vergogni.”

Mi rivestii.

Per accompagnarmi all’ascensore Cinzia attraversò venti metri di corridoio nuda, appena schermata da un asciugamani intorno ai fianchi. Nessuno aprì uno spiraglio di porta per darle un’occhiata, nessuno le urtò i seni passando di corsa, ma non parve delusa.

Non era una delle sue vecchie proterve esibizioni.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.